Recensioni - Cultura e musica

In Disco: Il gioco della variazione secondo Roberte Mamou

Un raffinato percorso nell'arte della variazione da Beethoven a Schubert

Di nascita o di formazione, nelle radici o solo nel pensiero, buona parte della grande produzione musicale a cavallo tra XVIII e XIX secolo è una storia di Viennesi. Questo gradevole lavoro discografico della pianista Roberte Mamou vuole essere un omaggio alla Vienna catalizzatrice di talenti in cerca di affermazione o già consacrati; una storia che finisce inevitabilmente con l’incrociare nomi e destini, biografie e tratti espressivi. Il terreno d’incontro è quello del tema con variazioni, esso stesso già oggetto di prestiti, citazioni tra l’ossequioso e il parodistico, artificiose rielaborazioni in cui estro strumentale e audacia compositiva gareggiavano con spavalderia. Prima traccia, nonché ingresso emblematico nella temperie dell’ascolto, è quel grappolo di variazioni con cui il giovane Beethoven omaggia il Paisiello de La Molinara e, da un canto semplice e manierato, ricava gemme di acuta, pungente bellezza. attorno, in una spirale di gustoso divertissement in cui interprete e ascoltatore sembrano ingaggiare un gioco di allusioni e di sottili rimandi come in una vera e propria schubertiade, giungono, arguti, arditi, melanconici, sorprendentemente profondi, gli spiriti di Czerny, Haydn il capostipite, Hummel e Mozart. Ognuno con in dono una rosa di pagine gravitanti attorno alla stessa idea. Chiude la fila Schubert l’inquieto, il discepolo gentile e disobbediente, con la “variazione” segreta, carsica, che pervade il terzo Impromptu D 935.

Varations
Roberte Mamou

Ars Produktion