Il pianista francese in una selezione dei grandi brani di musica classica utilizzati in celebri pellicole
Le dita, ma ancor prima lo sguardo, di Jean Marc Luisada custodiscono orizzonti che non smettono di dire a chi ci si affacci, anche solo per un attimo, verità inedite, confessioni smorzate, parole attese, temute, sperate. La pronuncia del pianista francese è quella di sempre: incisiva e al tempo avvolgente, squisitamente narrativa, aggrappata alla cordiera come ad uno strumento-orchestra, pensato per scandagliare il dettaglio sonoro e riportarne alla luce ogni screziatura. In questo affascinante progetto discografico, Luisada porta l’ascoltatore in sala di proiezione e lo invita, luci abbassate, a salpare verso rotte erranti, tra alcune delle pagine più celebri della grande letteratura musicale prestata a grandi pellicole. Il Rota de La dolce vita accanto al Mahler dell’Adagietto dalla Quinta Sinfonia (nella preziosa trascrizione di Alexandre Tharaud), l’abissale desolazione del Mozart della Fantasia in Re minore KV 397 e l’aurorale Gershwin della Rhapsody in blue. Storie, volti, luoghi dipanati con quella cifra poetica inconfondibile, immaginifica, lieve eppure sottilmente corrosiva, insinuante, magnetica. Esattamente come lo è il cinema.
Au cinéma ce soir
Jean Marc Luisada
La dolce volta