Recensioni - Cultura e musica

In Disco: Il pianoforte di Victoria Terekiev incontra Kaciaturian

Danze, suites e toccate in un eclettico programma

Il pianoforte di Victoria Terekiev è una valigia che spalanca sogni, ricordi, nostalgie. E lo fa in punta di fioretto, con un pudore acceso da autentiche saettate di gioiosa, pungente, talora persino corrosiva ironia. Sul leggio, il mondo visionario e (fintamente) ingenuo di Aram Khachaturian: miniature per dita tenere eppure già spericolate, bozzetti perfetti per giovani talenti a caccia di storie da raccontare e rievocare a spasso sulla tastiera. In filigrana, sul fondo di queste speziati frammenti, la Terekiev sembra cercare la porta segreta, la chiave d’accesso ad un universo sotteso, custode di ben altre complessità: quell’impercettibile ansa di fugace, selvatica malinconia che attraversa le stanze di questo edificio della memoria, il levarsi di canti lontani, rubati a province remote, l’inquieto, improvviso arruffarsi di armonie solitamente risolte in una sintassi piana. Tra danze e Suites, transitando per la Toccata scritta nel 1932, ad affiorare in questo percorso di ascolto culminante nella Masquerade Suite è il profilo sfaccettato, umbratile, sottilmente deflagrante di un compositore, del suo tempo, della sua storia. Le origini armene, l’instancabile dedizione una didattica a cui volgere molte delle proprie energie creative, la tensione della morsa della censura stalinista, risolta o solo dribblata con stoccate di puro colore.  

Aram Khachaturian
An armenian in Moscow

Victoria Terekiev
Da Vinci classics