Recensioni - Cultura e musica

In Disco: Il pianoforte di Vlastimir Traiković

Vladimir Gligorić è cantore delle raffinate miniature del compositore serbo

Coraggioso senza mai scivolare nel sovversivo, disincantato ma, non per questo, immemore del richiamo delle radici, quanto mai eclettico nel combinare, tessendo e rammendando fino a farne un arazzo sontuoso, la tela di linguaggi anche distanti, capaci di intrecciare la grande lezione del Novecento francese alle astrazioni scriabiniane fino ad echi provenienti dal jazz e dall’universo popolare della sua terra, Vlastimir Traiković è voce quanto mai singolare e densa nel nostro presente. Una torre d’avorio baluginante di mille rifrazioni, ancora arroccata in un territorio poco esplorato, ermetica eppure cruciale per comprendere e per comprenderci. Compositore dal catalogo  non sovrabbondante, nei suoi sessant’anni di vita, Traiković – formazione d’eccellenza, in terra serba, succhiata con il latte materno dalla casa di compositori, a cui seguiranno studi internazionali, all’ombra di Messiaen e di altri giganti – sembra aver preferito perseguire alla torrenziale furia creativa il labor limæ, l’inesausta ricerca del dettaglio, di una segreta compiutezza formale, frutto di riflessioni serrate e di una ferrea disciplina di rivisitazione, fedele al richiamo di una continua rielaborazione del materiale primigenio. Ne è prova questo magnifico esito discografico dedicato all’opera per pianoforte, strumento che, insieme alla chitarra, costituisce per il compositore una sorta di laboratorio, di fucina. Tra queste pagine, bene si può cogliere l’anima magmatica, irruenta, del gesto germinativo. Sul suon slancio, man mano si procede verso la superficie, il tessuto si raffredda, si fa levigato, sottile, asciutto. A contatto con l’aria, l’occhio dell’ascoltatore può coglierne i riverberi, le rifrazioni. L’estemporaneità graffiante finisce così per farsi sacerdotale, atavica meditazione sulla natura e sulla vita, sul destino e sulle cose. Miniature immerse in un contesto che le avvolge e le plasma della sua tinta. Lo straordinario affresco di Bells op.5, dedicato alla voce delle campane, i Three Pieces op.19, il terreno scosceso dei Three Impromptus op.12. Di tutto questo racconto introverso eppure tracimante, Vladimir Gligorić è cantore immenso, fedele in ogni accento al dettato dell’autore, esaltato grazie anche ad una strumentalità di marmorea possanza.

Vlastimir Traiković
Opere per pianoforte

Vladimir Gligorić
Stradivarius