
I concerti K 449 e K 414 eseguiti con l’Orchestra da Camera di Mannheim diretta da Paul Meyer
Ritratto del genio da giovane. Un Mozart poco più che ventenne, alle prese con l’ambizione di sedurre un pubblico viennese che sente di gusti difficili, e che intende sorprendere con soluzioni di ardita complessità come sempre annidate sotto la finta innocenza di una scrittura cristallina. A dipingerlo con pennello fine, nella trasparenza di colori che ben lasciano affiorare, dalle acque, il tessuto cangiante che ne abita le profondità, le anse di amarezza che l’olimpica bellezza custodisce tra le sue linee, è il pianoforte aristocratico e colloquiale di Sélim Mazari, in un dialogo di rara intesa e fragranza con l’Orchestra da Camera di Mannheim diretta da Paul Meyer. I concerti K 449 e K 414 suonano e risuonano in tutta la loro mercuriale sostanza, percorsa da fremiti che ne turbano il marmo della superficie e già proiettano, qua e là, le ombre lunghe che, nella febbrile intensità creativa della sua breve parabola terrena, si ritroveranno, compiute, abissali, nei capolavori dell’ultima stagione. Tra ascolto e ascolto, tregua ed ennesimo tuffo al cuore, giunge il Rondò per pianoforte e orchestra K 382.
MOZART CONCERTI K 449 e K 414
Sélim Mazari
Chamber Orchestra Mannheim
Paul Meyer
MIRARE