Recensioni - Cultura e musica

In Disco: L'asciutto, imperioso Requiem di Montanari

L'opera-testamento di Mozart in una nuova incisione con i complessi del Teatro Regio di Torino

Ha fretta, l’Introitus, di raggiungere il cuore della partitura, di arrivare al centro del dramma e della scena, là dove ad attendere l’ascoltatore sono tinte chiaroscurali, caravaggesche. Per questo necessita di un passo veloce, di uno sguardo ancora intriso di pugnace concretezza in cui la consueta ieratica compostezza viene agitata dal pungolo di indomita vitalità. La visione che Stefano Montanari imprime a questo Requiem di Mozart è insieme coraggiosa ed insidiosa. Riporta ad una dimensione terrena mai compiaciuta, sinceramente umana, agile ed asciutta nei suoi respiri brevi, concitati, nel battito che anche nei momenti di maggior abbandono non smette di pulsare. Una corsa nella vita e nel suo mistero, come se in questa frenesia febbrile ci fosse già, fatale, l’alito stesso della morte. L’insidia tuttavia si annida nell’intrinseca difficoltà a rendere appieno l’articolazione della scrittura, lo sgomento disarmante che ne è cifra sostanziale, l’abisso nero che si spalanca ad uno sguardo sufficientemente addentrato da indagarne il fondo. Montanari, da acuto indagatore del repertorio barocco, pensa l’impianto di questo Requiem nella teatralità di un’opera, con tanto di scene pronte a mutare, con il contrappunto serrato delle voci chiamate a muovere e a caratterizzare la macchina drammaturgica. Lo sferzare della sua conduzione è impietoso, araldico, come sempre focalizzato su un fraseggio rifranto che cerca l’anima nelle pieghe delle frasi, nel fuoco come nelle impercettibili esitazioni. Per questo chiede ai solisti – Golda Schultz, Katrin Wundsam, Martin Mitterutzner e Nahuel di Pierro – ed all’Orchestra e al Coro del Regio di Torino un virtuosismo sottile e segreto, un incalzare che possa curvare l’impervia scrittura ad una resa spigolosa ed accorata. Un teatro degli affetti a cui, tuttavia, manca qualche colore di troppo e quel nitore di pronuncia che consenta di plasmare, di questo monumento incompiuto e perennemente enigmatico, l’essenza più autentica.

Mozart
Requiem

Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino
Stefano Montanari
Dynamic 2022