
La smagliante e raffinata esecuzione di Andrea Mogavero
All’epoca più altisonante di quello del sommo Johann Sebastian Bach, il nome di Georg Philipp Telemann rappresentava, negli anni di massima fecondità creativa del Kantor, una personalità tra le più contese alle corti della nobiltà europea. Destinato a studi in campo legale e tuttavia ben presto folgorato dalla prodigiosa fucina del comporre, Telemann ci ha lasciato una copiosa produzione in cui finissima sapienza costruttiva e spregiudicata ricerca di nuove frontiere sia strumentali che espressive costituiscono un patrimonio tra i più preziosi del tardo barocco. Ne sono un luminoso esempio le 12 Fantasie per flauto che Andrea Mogavero, con una dedizione che affiora dallo smagliante tessuto esecutivo, riunisce in questo ascolto; un corpus di impervia difficoltà sul cui pendio Telemann dissemina ogni sorta di diavolerie, ostacoli che se da un lato sollecitano nell’interprete l’urgenza verso una conquista sempre più piena e profonda delle risorse dello strumento, da sublimare in pura sostanza musicale, dall’altro sembrano ammiccare ad una continua richiesta ad esplorare nuove soluzioni meccaniche di uno strumento che proprio in questo primo scorcio di Settecento inizia la sua ascesa verso una dimensione non più relegata a nobile riempitivo armonico ma a principe dei fiati. Mogavero si tuffa in questo raffinato quanto pericoloso gioco di carte e ne compone un quadro vivido, nitidamente scolpito, reso con naturale eleganza. Una cattedrale policroma in cui la scrittura di Telemann riecheggia in tutta la sua sontuosa maestosità.
Georg Philipp Telemann
12 Fantasias for flute without bass
Andrea Mogavero
DaVinci Classics 2022