Recensioni - Cultura e musica

In Disco: Le sonate dell'op.1 e op.1a di Clementi

Carlo Alberto Bacchi affronta i due cicli giovanili del compositore romano

Altro che Studi e Sonatine. Il corpus sonatistico, di Sonate vere e proprie, di Muzio Clementi – il nome basta già per innescare un cortocircuito di croce e delizia per gli aspiranti pianisti alle prese con i gradi inferiore e medio del percorso di Conservatorio - è universo di sfaccettata, sorprendente bellezza, itinerario di frontiera, con la sua scrittura strumentalmente ardita, drammaticamente accesa nell’appassionato eloquio. Carlo Alberto Bacchi, fiore all’occhiello nella classe di pianoforte di Roberto Prosseda presso il Conservatorio di Rovigo, con l’ardimentosa baldanza dei suoi giovani anni si tuffa nell’impresa di attraversarle tutte, a partire dalle due raccolte dell’op.1 e dell’op.1 a. Una sfida che chiama l’interprete ad un confronto serrato con la voce di un compositore ben più interessante rispetto al profilo bidimensionale, schiacciato tra gli irraggiungibili Mozart e Beethoven, tramandato di una storia stesa per luoghi comuni. Bacchi, con bella naturalezza, ne esplora la parabola creativa, in un processo di mimesi che lo vede ricercare, tra le linee, nel sorvegliato disegno dei fraseggi, nel garbato farsi e disfarsi dei piani sonori, una sorta di primigenia immediatezza. Clementi raccontato attraverso la sua propria voce, negli slanci e negli indugi, negli svolazzi di ornamenti aleggianti, catturati al momento, nello scandaglio di ciò che la pagina rivela solo in controluce. Il ritratto vivido di un’epoca nella lente scorciata di questi due cicli ancora scarni, composti a dieci anni di distanza l’uno dall’altro e comunque ben lontani dalle tempestose soluzioni degli esiti della maturità, ma già rivelativi di una personalità ben più ingombrante di quella di un mero replicante.

Muzio Clementi
Sonate op.1 e op.1 a

Carlo Alberto Bacchi
Piano Classics