Recensioni - Cultura e musica

In Disco: Leonora Armellini – Mattia Ometto, un intenso sodalizio musicale

I due pianisti affrontano Poulenc, Britten e Debussy

Simili e diversissimi, complementari, complici. Leonora Armellini e Mattia Ometto sono quello che pianisticamente può definirsi un affetto stabile. Padovani di radici quanto internazionali per formazione e per consensi raccolti in carriere già fitte e prestigiose, lei è il glorioso quinto premio all’ultima edizione del Concorso Chopin di Varsavia, lui è l’acclamato protagonista della Bradshaw&Buono International Piano Competition di New York nel 2008. Insieme formano un duo che sembra conciliare gli antipodi di un affollato camerismo e di un solismo di razza. In questo live, i due artisti si divertono ad accostare in un’unica avvincente arcata tre pagine emblematiche della letteratura del Novecento per due pianoforti, esplorandone assonanze e specificità. Sollecitato dalla puntuale Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Luigi Piovano, il Concerto di Poulenc svela sotto la loro lente interpretativa insospettate tenerezze che affiorano dall’eclettico, smaltato umorismo della sua superficie e che, in un certo senso, sembrano già ammiccare alle carsiche relazioni ispirative che legano il Concerto alla Ballata scozzese op. 26 che Benjamin Britten scrive nel 1941. Qui le anse di nostalgia, di sguardo retrospettivo verso un passato araldico ed austero, trovano nel duo un affondo di resa che, dell’ora di ascolto, rappresenta uno dei (tanti) culmini, prima di tuffarsi nell’ardimentosa cavalcata che suggella la pagina. A chiudere, l’autentica chicca del Debussy della Première Suite per Orchestra nella sfiziosa versione per pianoforte a quattro mani. Quattro pannelli caratteristici, profumati di esotismo e di raffinata evasione in cui gli spazi strumentali si restringono, la trama scivola verso un ordito sottile e prezioso. Quattro mani abituate a praterie a contendersi una sola tastiera da cui attingere atmosfere sapide, suoni liquidi, risonanze emotive che guardano lontano. Qui l’orchestra tace; ma - come accade quando a raccontare è chi conosce la storia e i suoi misteri - nessun effetto manca.

POULENC- BRITTEN- DEBUSSY

Leonora Armellini – Mattia Ometto pianoforti

Brilliant Classics