Recensioni - Cultura e musica

In Disco: L'integrale dei trii con pianoforte di Brahms

Una nuova sfida del Trio Edoné con la musica da camera del compositore di Amburgo

Lo scorso ottobre, il suo Schumann “minore”, fatto di pagine fatate, fogli d’album, miniature pervase d’incanto, si era guadagnato le cinque stelle assegnate dalla rivista Musica alle incisioni più interessanti del mese. Ora prosegue, nel segno di una continuità e di una dilatazione dello sguardo, lo scandaglio che da tempo Paolo Ghidoni ha avviato nei confronti della produzione romantica per violino. Là, a dialogare con il violinista mantovano era il pianoforte di Marco Tezza. Qui, nell’integrale dei Trii con pianoforte di Johannes Brahms pubblicata sempre da DaVinci classics, la conversazione si accende di tinte drammatiche, di frasi serrate, e chiama in causa il violoncello di Marco Perini e il pianoforte di Ruggero Ruocco. Un insieme non d’occasione ma un vero e proprio Trio il cui nome, Edoné, scioglie il mistero sul senso di un fare musica come piacere dello spirito e conquista dell’equilibrio attraverso le passioni nutrite e domate. L’immaginifico mondo schumanniano – un mondo di interni, di confidenze, domestico ma al tempo occhieggiante al bosco vicino, al retroterra popolare e alla sua sempre malcerta frontiera tra realtà e leggenda – qui prende il largo e, in un ideale passaggio di testimone, si incammina nel fitto di una vegetazione lussureggiante ed estatica quanto minacciosa, strumentalmente ardita, ambiziosa nelle soluzioni di una scrittura che sembra voler fare sintesi, sublimandole, delle massime istanze del passato. La luminosa freschezza del giovanile (poi rimaneggiato) Trio op.8, la sontuosa architettura del Trio op.87, capolavoro rivelativo di quella sapienza, tutta brahmsiana, di far fermentare minimali schegge fino ad ottenerne un abbacinante reticolo di spunti; e la marmorea compiutezza del Trio op.101, figlio dell’ispirata quiete vissuta sulle rive del lago di Thun, dove anche la consorella Sonata op.100 per violino e pianoforte vede la luce. Non una semplice esecuzione integrale quanto, piuttosto, la volontà deliberata, da parte della formazione, di dare alla sfida il taglio dell’indagine, condotta senza scorciatoie, rispetto ad un universo – quello brahmsiano – che continua a rappresentare, per interprete e ascoltatore, un riferimento imprescindibile a cui rivolgersi nell’escursione della sua ampia arcata creativa. Come avveniva a cospetto di Schumann, anche in questa ennesima sfida, alla straripante personalità del violino di Ghidoni serve un contrappeso di altrettanto sapida discrezione e acuta interlocuzione, a cui, con piena complicità, Perini e Ruocco danno l’apporto decisivo, sapendo trovare, tra le tre cordiere, un’avvincente unità di intenti. A completare la promenade, non poteva mancare il colpo d’ala sul Trio op. postuma, con la sua vocalità semplice e appassionata affiorante dal fitto intreccio delle linee, figlia delle ultime, struggenti verità brahmsiane.

Johannes Brahms
Complete piano trios

Trio Edoné
Da Vinci Classics