Una galleria di ritratti cesellati con raffinatezza dal tenore messicano
La voce di Javier Camarena è una cucchiaiata di morbidissima crema che, a sorpresa, nasconde pungenti note agrumate. Velluto nel registro centrale, micidiale acciaio nello svettare degli acuti, raggiunti con la facilità concessa a pochi, senza mai perdere di vista la linea di frase, la narratività del discorso musicale, la tensione poetica. Guidato, o meglio, incalzato dal braccio implacabile e visionario di Riccardo Frizza, alla testa della valorosa compagine de Gli Originali, il tenore messicano – oggi tra le personalità più contese della scena internazionale – si cimenta, in questo avvincente ascolto, in un omaggio dichiaratamente donizettiano, attraverso una galleria di arie attinte dal copioso corpus operistico del genio bergamasco, con una particolare attenzione alle pagine più rare. Non solo, quindi, Don Pasquale o L’elisir d’amore, ma anche Marino Faliero, Betly – con cui il viaggio prende avvio – Il giovedì grasso. Una galleria di ritratti scolpiti con il cesello fine che scava nella parola, tracciando fraseggi sempre limpidi ed insinuanti, protesi sul tessuto musicale che qui intreccia con la voce un magnifico arazzo espressivo. Un tributo nato nella straordinaria fucina del Festival Donizetti, nel cantiere ribollente della sua progettualità e qui cristallizzato in qualcosa che va ben oltre una pur felice operazione promozionale alla rassegna: Gaetano Donizetti, altissima meteora dell’opera italiana, scomparso nel pieno della sua energia creativa, qui giganteggia nel sorprendente ventaglio delle sue declinazioni espressive: il patetico, il lirico, il drammatico, il buffo, il comico. Generi che, nell’inchiostro della sua penna irrequieta, spesso sconfinano l’uno nell’altro, dando all’ascoltatore quell’effetto di mobilità, ma anche di intima inafferrabilità, che sottrae l’esito all’esercizio di maniera e di fatto lo consegna all’arte senza tempo. Governarne le temperature, la mercurialità, è impresa per cavalli di razza. Affrontarne la scrittura vertiginosa con la solare spavalderia di un gioco è ancor più raro. Chi si accosterà a questo ascolto troverà entrambe queste dimensioni, servite in costumi dell’epoca. Come se a servirle fosse lo stesso signor Gaetano. Un tuffo al cuore.
Signor Gaetano
Javier Camarena
Riccardo Frizza conductor
Orchestra Gli Originali
Pentatone