Recensioni - Cultura e musica

In Disco: Maidan di Valentin Silvestrov

Un polittico di dolorosa bellezza e di grande attualità

L’eco di ciò che siamo, e di ciò che il passato traghetta verso il futuro, di un presente destinato a perpetuare se stesso. L’eco di una città che oggi è il centro del (nostro) mondo, freccia scoccata su un cuore ferito che continua a pulsare. La penna di Valentin Silvestrov dedica a Maidan e alle sue barricate in nome della libertà – era un lontano 2014 – un “ciclo dei cicli” che il Coro della Città di Kiev diretto da Mykola Hobdych smeriglia come un possente affresco di vetro, come una cattedrale di voci. Nelle sue navate, più che lo slancio libertario, a colpire è il passo solenne, lo sguardo mistico, rivolto più al cielo che alle smarginate pianure di frasi ampissime, sorretto dai pilastri di un linguaggio primario, procedente perlopiù per intervalli regolari, per blocchi uniformi di colori stesi a contrasti netti. Le voci compatte di un popolo, una sola moltitudine raccolta, orante, indissolubile. Accanto a questo polittico di dolorosa, urticante bellezza, suggellato da una quieta Ninna nanna, una rosa di altre miniature: quattro Canti, un Dittico e un Trittico scritti tra il 2014 e il 2016. Era ieri, ma sembra già domani.

Valentin Silvestrov
Maidan

ECM