Recensioni - Cultura e musica

In Disco: Miniature di canti popolari nell'esecuzione di Lukas Geniušas

Una raffinata selezione di brani dalla tradizione musicale dell'est Europa

Man mano ci si addentra, occasione dopo occasione, nell’ascolto di Lukas Geniušas, appare sempre più forte la tentazione di avvertirne la personalità come la più interessante – nel senso di completa per intelligenza, scarto narrativo, acuta insinuazione, sontuoso pianismo sempre al servizio di un’affabulazione sottile e naturalissima – nel pur affollato panorama di fuoriclasse di cui la sua generazione sembra abbondare. Dopo il copioso bottino nelle maggiori competizioni internazionali che ne hanno consacrato il nome, consentendogli di fatto l’avvio di un’attività concertistica che lo ha portato nelle grandi sale da concerto europee extraeuropee (come dimenticare, per noi che c’eravamo, il suo recital di fine luglio scorso, a La Roque d’Anthéron, nello scrigno del Parc du Château de Florans?) l’ennesima conferma arriva con questo CD uscito per l’etichetta Mirare.

Racconti popolari, miniature, a comporre il ritratto, macerato in immagini di pungente bellezza, di una Mitteleuropa col baricentro proteso verso est. Un mondo arcaico e potente, intriso di desolazione e feroce ironia, di anonime comparse, di una quotidianità senza tempo che il ricordo elevato a poesia cristallizza in fotogrammi di straordinaria vividezza. Le quindici scene contadine rievocate da Bartók nella Sz.71 finiscono, nella visionaria lettura del pianista moscovita, per fare da riverbero alla Bucovina enigmatica ed evanescente, resa per sottrazione, delle ventiquattro creature di Leonid Desyadnikov, compositore ucraino nato nel 1955. Sentirle in questi giorni, queste sirene aspre ed ermetiche, amare e profetiche nell’umorismo grottesco quanto fatalmente avvincenti nell’istante di un raro abbandono, ed immaginarne la luce in una Karkhiv non ancora attraversata dalla barbarie è un’emozione che cattura e che turba. Geniušas ne coglie ogni tratto, ogni irregolarità, con una facilità da predatore e, con una restituzione tanto scintillante quanto onesta, ne fa una bandiera di incorruttibile forza drammaturgica.

In queste miniature c’è un mondo che non si lascia catturare per più di un istante, che vince e conquista senza sguainare spade. Racconti veri, lasciati scorrere con la maestria di chi lascia che a parlare siano le storie. Il colpo da maestro del regista è nello sparire all’interno della propria stessa costruzione. Per la cronaca, l’ascolto si chiude tornando alle radici, con la Dumka op. 50 di Čajkovskij, pagina in cui il folkloristico è avvolto nel velluto di una scrittura che ne disperde gli accenti locali in un estroso, elegantissimo rapsodiare. Un ascolto che invita alla riconciliazione, e alla speranza.

Chants Populaires
Lukas Geniušas

Mirare 2022