Recensioni - Cultura e musica

In Disco: Monteverdi e i suoi epigoni veneziani

L'Ensemble Les Surprises in un raffinato ritratto musicale della Venezia del '600

Una serata di festa che si inoltra nella notte fonda, che contamina la piazza e la Basilica ma che finisce per dilatarsi fino nelle calli, nelle chiese più remote, nelle ombre che si allungano sui canali e che avvolgono i palazzi. Una festa nella quale sacro e profano si mescolano e si intrecciano come solo in quel teatro senza pareti che è Venezia è possibile, così come fanno le dimensioni dell’intimo e del grandioso. In questo percorso d’ascolto ordito con magnifico gusto dagli ensembles Les Surprises, la figura di Monteverdi giganteggia al centro della scena: la forza della sua inventiva, la potenza del suo tratto sono gli elementi a cui l’intero dipanarsi del racconto musicale si ancora, in un tessuto in cui personalità note come Francesco Cavalli e Simeone Rossi trovano, a fare da contrappunto, autori pressoché sconosciuti ai più quali Alessandro Grandi, amico e collaboratore del divin Claudio alla Marciana, e Giovanni Antonio Rigatti, anche lui vicino all’autore dell’Orfeo. Voci di sorprendente autorevolezza, depositarie di scritture ambiziose e di spiccata complessità, che vanno ad arricchire l’impaginato di questo ascolto. A dialogare con la compagine diretta da Louis - Nὂel Bestion de Camboulas, in un’interazione di avvincente intensità, sono le voci di Jehanne Amzal, Eugène Lefevbre, Julia Beaumier, Paulin Büngden, Clément Debieuvrem Sébastien Obrecht, François Joron e Guillaume Orly. Tutti solisti rifiniti e, al tempo, altrettanto preziosi cameristi.

Nuit à Venise
Ensemble Les Surprises
Alpha