
Michele Magnani elabora alcune celebri melodie del compositore lucchese eseguite da Corrado Giuffredi e Federico Nicoletta
L’occasione cade a fagiolo: i cento anni dalla morte, salutati ovunque da un florilegio di titoli e di serate. Ma Puccini è figura che vale ben più di un anniversario, e l’impronta delle sue pagine sull’immaginario musicale dell’intero Novecento la si ritrova un po’ ovunque; basta una manciata di note, un tema accennato ed ecco comparire Mimì, Tosca, Manon, Liu, Cio Cio San e, con loro, l’atmosfera e il mondo in cui questi personaggi sono rispettivamente imbevuti. A partire dal XIX secolo, grazie a trascrizioni e a parafrasi – rivisitazioni, riduzioni, trasposizioni più o meno riuscite, più o meno capaci di travasare il mare in un bicchiere – la grande musica è giunta sino a noi, riuscendo ad aggirare, con la complicità di un pianoforte o di piccoli ensembles adatti ad una fruizione salottiera, barriere sociali ed economiche.
Se il fenomeno deve la nascita e la diffusione soprattutto in ambiente tedesco e, più in generale, mitteleuropeo, a tale felice prassi non si sottrae nemmeno l’Italia del melodramma. Verdi, Donizetti, ma anche la produzione del gran Lucchese, che in questo magnifico esito discografico recentemente pubblicato per l’etichetta Fluente trova la felice traduzione firmata da Michele Mangani e la sua resa esecutiva in due interpreti di razza quali Corrado Giuffredi al clarinetto e Federico Nicoletta al pianoforte. Basta un clarinetto baciato dal dono raro di una naturalissima affabulazione, di un racconto condotto sul fiato, cantato dalla prima all’ultima nota. E basta una cordiera scoppiettante di ironia, slanci appassionati, infinita pietà per dare fuoco alle polveri e – in una sorta di Wunderkammer delle meraviglie – allestire, in prima incisione mondiale, il teatro delle passioni pucciniane.
Ecco dunque servite, sottoforma di irresistibili assaggi perfetti per solleticare l’appetito dell’ascolto, quattro superbe Fantasie per clarinetto e pianoforte dedicate a Bohème, Tosca, Madama Butterfly e Turandot. Una galleria di volti e di controfigure già dal primo momento in scena, perfettamente tridimensionali nello scavo interiore della loro individualità, già calate nel giusto contesto e avviate sulle orme del loro destino, squadernate con una freschezza strumentale e una tavolozza di colori che, dal divano del salotto, non fa rimpiangere nemmeno per un attimo l’emozione di una poltrona in platea, a teatro.
Michele Magnani
Puccini 100
Corrado Giuffredi clarinetto
Federico Nicoletta pianoforte