Recensioni - Cultura e musica

In Disco: Una Winterreise tra vecchio e nuovo mondo

Il tedesco Richard Resch ed il brasiliano  Diego Caetano nel capolavoro liederistico di Schubert.

Fisico, spirituale, liberamente tracciato o dettato da un disegno già scritto, finalizzato o erratico. Poco importa. La schubertiana Winterreise, il viaggio d’inverno scritto nell’ultimo prodigioso anno di vita del compositore, è e rimane, ascolto dopo ascolto, incisione dopo incisione, un miracolo di purissima, ermetica stupefazione che tanto dice ma ancor di più custodisce, obbligandoci a ritornare, inevitabilmente, al suo cospetto, per conoscerci e per riconoscerci, protagonisti o comparse del ciclo. Foglie secche, rami morti, la notte che avvolge la solitudine del viandante. Ovunque segni, presagi, lampi della memoria che attingono ad un passato perduto eppure pervasivo.  In questo esito firmato da DaVinci, a cimentarsi lungo il sentiero delle sue ventiquattro stazioni - ognuna portatrice di una declinazione, di una sfaccettatura del medesimo interrogativo esistenziale – è il duo costituito da Richard Resch e Diego Caetano. Un tenore tedesco e un pianista brasiliano. Fatale l’incontro su un treno svizzero. Nel breve tragitto, una manciata di parole scambiate, poche eppure sufficienti per decidere di dare seguito alla causalità attraverso un progetto. Frutto di quell’incontro è un affresco delicato e trepidante, srotolato con passo rispettoso, come di chi si trovi di fronte ad una cattedrale, con il pianoforte a tratteggiare pudicamente la tela, la cornice espressiva, la cangiante, corrusca tinta su cui il canto – una voce chiara, irradiata da una luce naturale, fin troppo diurna per scandagliare le ombre schubertiane – si muove senza stucchevolezze, con la spontaneità di chi si trovi di fronte ad un paesaggio conosciuto.

Franz Schubert
Winterreise

Richard Resch e Diego Caetano
DaVinci Classics