Recensioni - Cultura e musica

In Disco: "i fiori del male" per clarinetto e pianoforte

Pablo Barragán e Sophie Pacini per un eclettico programma di musiche scritte a cavallo del secondo conflitto mondiale

Ad unire le pagine di questo ascolto avventuroso è il filo rosso di interconnessioni esplicite e sottese, biografiche e squisitamente stilistiche, nelle quali passione, ironia, follia, trasgressione, humor corrosivo, angoscia e straordinario affondo poetico pervadono ogni singolo frammento. Il clarinetto di Pablo Barragán ed il pianoforte di Sophie Pacini sono il fondale capace di abbracciare in un unico gesto tutte queste anime controverse, ma sono anche il combustibile per accenderle di uno slancio visionario. Pagine (quasi tutte) nate, come fiori del male, negli anni bui del secondo conflitto mondiale, e a modo loro testimonianza e antidoto al loro tempo, specchio e maschera. Mieczyslav Weinberg attinge al terreno della sua infanzia, alle melodie klezmer; Sergej Prokofiev, nella sua sontuosa Sonata in Re maggiore (appositamente trascritta dallo stesso interprete dal flauto al clarinetto) poggia sui marmi incorruttibili della forma classica, per poi muoversi da par suo con libertà non priva di irriverenza. Il giovane Leonard Bernstein guarda a Stravinsky e ne ruba il ghigno, il graffio, per travasarlo in atmosfere ammiccanti al jazz e pervase dalla corrente tellurica di un’incontenibile vitalità. Ad aprire l’ascolto, un’ora di straordinaria intensità e bellezza, è l’ultimo tassello in ordine storico. Un “a parte” rispetto al quadro composto: lo sguardo di un Francis Poulenc ormai alle sue ultime pagine, su un tempo presente giunto al limitare della vita e, in controluce, su un passato febbrile, continuamente affiorante come dimostrano le argute citazioni che il compositore colloca qua e là, irresistibile canaille, strizzando l’occhio all’ascoltatore.

BOUNDLESS
Pablo Barragan clarinetto
Sophie Pacini pianoforte

SWR2