Recensioni - Cultura e musica

In Disco: l'inno liturgico di Lumen Christi

Un pregiato florilegio musicale realizzato da Luca Buzzavi, Wladimir Matesic in collaborazione con la Schola Gregoriana Ecce

Lumen Christi è un pregiato florilegio musicale che dà voce all’anno liturgico; uno scrigno da cui estrarre perle del repertorio organistico e di musica gregoriana atta a celebrare e scandire festività e momenti religiosi del rito cattolico.

Nata dalla maestrìa e collaborazione tra l’organista Wladimir Matesic e Luca Buzzavi, direttore della Schola Gregoriana Ecce, Lumen Christi è una miscellanea di brani per organo e voce basati su note melodie gregoriane, quali fonti di ispirazione e creazione di originali composizioni per musicisti del presente come del passato. Qui, Wladimir Matesic si mostra non soltanto come valente esecutore di brani già editi, ma anche come compositore di gemme organistiche di squisita improvvisazione, inserendosi, pertanto, a pieno titolo nel novero di autorevoli ed eccelsi musicisti che dai tempi più remoti ad oggi si misurano con il supremo strumento di musica sacra. Due sono i brani da lui composti ex novo: l’Intonazione che precede l’Inno Veni Redemptor Gentium e la Fantasia improvvisata su “Salve Regina”; questa chiude la preziosa e quanto mai rara silloge organistica, costituita da sette brani selezionati e accostati tra loro grazie ad un accurato lavoro di elaborazione, rielaborazione e direzione. Il fulcro creativo dell’album è nei canti gregoriani per lo più intonati durante le celebrazioni delle solennità e ricorrenze liturgiche. Inni, invocazioni, preghiere, incipit di melodie tra le più note dei riti ambrosiano e romano sono trattati come “temi” generatori e materiali musicali di nuove composizioni e improvvisazioni, che nella loro essenza assumono le caratteristiche di oggetti sacri e raffinati. Un fil rouge le caratterizza per i comuni natali di organisti e compositori che le hanno concepite: tutti francesi, tranne Matesic; un legame le unisce e racchiude nell’armoniosa teca di matrice gregoriana: l’eterea politura e la raffinata vocalità dei cantori della Schola gregoriana Ecce, diretti da Luca Buzzavi, che col compimento di questa raccolta si dimostra un serio e performante conoscitore della vocalità e musica gregoriana.

1.L’album si apre con l’acclamazione Lumen Christi, cui segue l’Incantation pour un jour Saint, per solo organo, di Jean Langlais.

Il brano rimanda alla liturgia della Veglia Pasquale, quando dopo la triplice invocazione, intonata su toni ascendenti, e la conseguente risposta “Deo gratias”, la chiesa si illumina con l’accensione del cero pasquale e delle candele sull’altare e tra i fedeli. L’inserimento di questo brano come incipit della raccolta è emblematico riguardo al suo originario senso e significato: far luce e divulgare con chiara espressività un repertorio musicale di sicura bellezza, degno di essere valorizzato e sublimato. Protagonista del brano è l’organo, esaltato nelle sue possibilità timbriche. La parte strumentale si svolge con la ripresa dell’invocazione iniziale e l’evocazione di altre formule e citazioni litaniche, che portano alla parte conclusiva, costituita da una virtuosistica “toccata”.

2. Al Lumen Christi segue la già accennata Intonazione improvvisata da Wladimir Matesic, posta a guisa di preludio all’Inno d’Avvento Veni Redemptor Gentium.

Pregevole è l’improvvisazione organistica, caratterizzata da una linea melodica semplice, eterea e cantabile. Per questo brano, Buzzavi utilizza solo quattro degli otto canonici versi dell’inno ambrosiano. Ne risulta un lavoro raffinato che ammalia l’uditore durante l’ascolto delle alternate voci femminili e maschili, nitidamente intonate su un registro vocale di estrema limpidezza, attinente al senso e significato dei versi che esaltano la purezza del grembo Vergine e l’onore immacolato della Madre di Dio.

3. Come per un excursus cronologico, gli autori propongono, in successione, Christe Redemptor Omnium, per i Vespri di Natale. Il brano inizia con l’inno, mirabilmente intonato in forma antifonale tra voci maschili e femminili, e prosegue con il primo movimento della Sinfonia Passione op. 23, Le Monde Dan l’Attente du Sauveur composta da Marcel Dupré.

4. Non manca il riferimento alla meditazione sulle sofferenze di Maria durante la crocifissione di Cristo, attraverso l’utilizzo della sequenza gregoriana, Stabat Mater dolorosa, attribuita a Jacopone da Todi, che tanto ha ispirato musicisti di ogni secolo, come un Palestrina, Rossini, un Verdi…. Alexandre Guilmant, apprezzato musicista e organista francese (sec. XIX), ne subisce anch’egli il fascino, sicché s’invoglia a comporre le Variations et Fugue sur le chant du Stabat Mater, inserite poi nel terzo libro de "L'Organiste Liturgiste" op. 65, pubblicato nel 1891.

Di questa composizione, Matesic e Buzzavi utilizzano le sole undici, brevi e incantevoli Variazioni, eseguendole alternativamente ai versi della sequenza, intonata in forma antifonale tra le voci femminili e maschili. Dell’esecuzione, si apprezza sia la delicatezza dei passaggi organistici frapposti tra un verso e l’altro, sia la nitida ariosità dell’intonazione corale, ricercata dal Direttore.

5. Superba è l’esecuzione organistica del Moderato tratto dalla Symphonie Romane, op. 73 di Charles-Marie Widor, realizzata con l’impiego di registri di incantevole impatto uditivo, subito dopo l’intonazione dell’incipit del Graduale Haec Dies. La scelta di questo brano è di certo legata alla volontà di valorizzare il suo compositore, ritenuto uno dei fondatori della scuola organistica francese, nonché all’esigenza di completare l’album musicale proseguendo il cursus cronologico delle celebrazioni liturgiche con un brano eseguibile dalla Domenica di Pasqua al sabato successivo.

6. Non manca l’inclusione in raccolta del brano emblematico per la celebrazione della Pentecoste, intonato, peraltro, anche durante l’ingresso dei cardinali in Cappella Sistina prima del Conclave. Si tratta dell’Inno Veni Creator Spiritus, utilizzato come tema da Maurice Duruflé per la composizione del suo Prelude, Adagio et Choral Varié, op.4. Il brano organistico, Choral Varié, è proposto con l’alternanza dei singoli pezzi strumentali, un andante religioso e quattro variazioni, con i versetti dell’inno ambrosiano, intonati in stile antifonale. Introdotto dall’organo con serafico tocco, il brano termina con un grazioso virtuosismo, denso di luce e letizia, come per affermare la discesa dello Spirito Creatore nella mente e nel cuore degli uomini per riempirli di grazia.

7.Per la chiusura di questo prezioso compendio e a conclusione dell’excursus liturgico in musica, dalla Pentecoste all’Avvento, gli autori scelgono di non spegnere, bensì di ravvivare la lucente musica cristiana attraverso l’improvvisazione organistica di una “Fantasia sul tema del Salve Regina.

L’antifona mariana, sublimata dalle trasparenti e limpide voci dei cantori della Schola Gregoriana Ecce, è interposta tra due parti organistiche, quella iniziale e finale del brano, interamente affidate alla creatività di Wladimir Matesic. Di pregevole bellezza è l’intonazione dell’incipit Salve, più volte ripetuto da un’armoniosa voce femminile al termine della preghiera e fatto poi oggetto della successiva variazione organistica.

Il lavoro compiuto da Buzzavi e Matesic è di sicuro gran pregio, molto ben riuscito nell’intento di restituire all’universo sonoro un prodotto di eccelsa fattura, rispettoso della prassi esecutiva del canto gregoriano e della musica organistica. Un plauso va ad Aerco Academy per l’impulso dato alla Schola Gregoriana Ecce attraverso l’istituzione di corsi per lo studio e la formazione al canto gregoriano in linea con gli studi semiologici intrapresi da Eugène Cardine in poi.

Il sistema produttivo musicale e l’archivio di composizioni organistiche ad ispirazione gregoriana si sono sicuramente arricchiti con questo gioiello sonoro, realizzato ai massimi livelli di qualità artistica.

Giovanna Facilla