
Musiche di Alban Berg, Max Reger, Paul Hindemith, Hans Poser nella preziosa esecuzione di Silvia Puggioni e Claudio Sanna
La scintilla va identificata nell’incontro con la figura di Hans Poser; una folgorazione resa possibile da Angelo Teora, indimenticato Maestro alla cui memoria va idealmente tributato l’ispirato viaggio che questo percorso d’ascolto spalanca. Un percorso nel cuore pulsante del Novecento più denso e doloroso, straziato dall’abisso del nazismo prima, dagli orrori della guerra poi. Ecco, dunque, legati ad una narrazione che ne esalta assonanze, reciproci influssi e, di conseguenza, sottili peculiarità, i destini di Alban Berg, Max Reger e Paul Hindemith, ma soprattutto di Poser: generazioni contigue di una Germania alle prese con la ricerca ostinata di una propria voce, di un proprio tratto capace di fare sintesi della storia ricevuta dalle mani dei sommi predecessori e di gettare nuovi ponti sul domani. Il clarinetto di Silvia Puggioni e il pianoforte di Claudio Sanna, in questo periplo, sono ago e filo di preziosa fattura. A spalancarsi davanti all’ascoltatore è, in tutta la sua contrastante crucialità, lo scorcio di un’epoca, delineata con strumentalità smaglianti e perfetta adesione emotiva in una prospettiva in grado di far cogliere anche le voci “minori”, che una presa di suono poco attenta sfuocherebbe in un brusio distratto. L’universo concentrico e raggrumato dei Vier Stücke di Alban Berg, con la controfigura del dedicatario Schὂnberg in controluce, l’effervescente, miniaturistica leggerezza di Max Reger nelle due Albumblatt un Tarantelle, la marmorea classicità della Sonata di Hindemith, fino all’umbratile, visionaria scrittura di Poser. Cresciuto inevitabilmente nella Hitlerjugend, chiamato alle armi nella Luftwaffe, catturato dagli Alleati e trasferito in un campo di prigionia in Canada, tornato in Germania, dove, insieme alla professione di docente, ha trascorso l’intero resto della sua vita a rielaborare la sua drammatica, controversa biografia, anche nell’ottica di una radicale presa di distanza dalle colpe del nazismo, Poser invita a cogliere, nella sua cifra serrata, dalle polifonie nitide, dal marcato pulsare di ritmi spigolosi, nella concisione così come in un sotteso, pungente tratto umoristico e picaresco, l’influsso imprescindibile di Hindemith, stella polare di questa luminosa costellazione di pagine.
Lebhaft
Alban Berg, Max Reger, Paul Hindemith, Hans Poser
Silvia Puggioni
Claudio Sanna
Stradivarius