Eseguito l'oratorio Il Faraone Sommerso di Nicola Fago
Tra capitelli romanici e cassettoni lignei, componenti il “cielo d’oro” della Cattedrale di Taranto, hanno echeggiato suoni e arie de Il Faraone Sommerso di Nicola Fago (1676-1745), detto il Tarantino, in apertura della ventiduesima edizione del Festival Giovanni Paisiello. Si tratta dell’unico Oratorio del Maestro di cui sia pervenuta la musica, eseguita nella serata inaugurale in versione critica curata da Maria Grazia Melucci.
E’ un Festival nel Festival quello inaugurato nel fulcro liturgico del borgo antico di Taranto, spiega il Presidente dell’Associazione Amici della Musica Arcangelo Speranza, Paolo Ruta, nel rivolgere i saluti al qualificato e attento pubblico intervenuto ad ascoltare il lavoro di notevole livello qualitativo composto dal Tarantino, per il quale non esiste uno specifico festival ma di cui è prassi valorizzarne l’opera attraverso un programma “diffuso” tra le rassegne dedicate alla Scuola Napoletana del Seicento e Settecento musicale.
Quattro sono i personaggi dell’Oratorio, che di fatto è una Cantata da camera tardo barocca ad argomento biblico, centrato sulla liberazione e fuga del popolo ebraico dalla schiavitù egizia. Pochi altri comporranno musica su questo soggetto nel corso della Storia, afferma Lorenzo Mattei, direttore artistico del Festival; vi si cimenteranno Giovanni Marco Rutini e Gioachino Rossini.
Tra recitativi, arie, un duetto e due quartetti si dipana la musica di Fago: bella e godibile sin dalle prime note della breve Sinfonia d’apertura, pregevole sia in rapporto al testo, di cui peraltro si ignora l’autore, sia per la fattura delle linee melodiche, imitazioni e delle parti armonico-strumentali.
Vigorosa e reboante è la voce del basso Giuseppe Naviglio, calato nel ruolo del potente Ramses II. I suoi interventi lirici e narrativi, abbastanza convincenti pur in assenza di un’azione drammatica, esprimono una caratterizzazione vocale dura e pesante, riferita al Faraone furente, empio e vendicativo. Personaggi determinanti per la risoluzione della vicenda biblica mediante il “Logos” divino sono Mosè e il Messo, rispettivamente esibiti dal tenore Joan Francesc Foloquè e soprano Valeria La Grotta. Questi si fanno apprezzare per l’interpretazione delle arie tra le più belle e articolate dell’Oratorio. “Aprite il seno onde orgogliose!” è un piccolo gioiello musicale, cantato con eleganti toni da Foloquè e l’accompagnamento del solo e bravo violoncellista Fabio De Leonardis. “S’odano intorno inni di laude”, cui fanno eco le vezzose e raffinate risposte del violino e della viola in imitazione col soprano, e “Forza è pur nel proprio sangue” sono gemme musicali valorizzate con singolare abilità tecnica da Valeria La Grotta. Altro personaggio della vicenda è Aronne, interpretato dal contraltista Vincenzo Franchini, che si fa notare per la sua leggiadra e raffinata voce oltre che per il garbo con cui sostiene il canto sia negli assoli, sia in duetto col tenore. Incantevole è l’armonia dei suoni egregiamente concertati dall’ensemble barocco, La Confraternita de’ Musici, con Cosimo Prontera al cembalo.
Concerto ben riuscito, con buona resa sonora, calorosamente applaudito a fine serata e concluso con il desiderio espresso dal Direttore del gruppo strumentale di un concreto recupero di altre opere del Tarantino nelle future programmazioni del Festival.