Recensioni - Cultura e musica

LIBRI: Il Karajan segreto

A lungo suo stretto collaboratore, Leone Magiera ci svela alcuni aspetti meno noti del grande Maestro salisburghese

Cerchi concentrici. Uno che chiama l’altro, il quale ne abbraccia altri a sua volta. Tutti in qualche modo avvinti, nel bene e nel male, al sortilegio della musica ed allo sguardo venerando ed impietoso del Maestro. Al loro interno, un turbine di relazioni artistiche ed umane, rapporti di stima e d’amore, amicizie e brevi amori, incontri ora destinati a svanire dopo pochi istanti ora all’eternità. Catalizzatore di questa affascinante rete non è un uomo qualunque, ma Herbert von Karajan. Per molti, un semidio osannato quanto temuto per il carattere scostante, capace di sfuriate epiche, per il perfezionismo maniacale, per quell’aura di inaccessibilità che ogni suo gesto emana. Ma non per tutti.  Ai pochi capaci di aprire ad arte quell’ostrica così nobilmente ritrosa nella sua solitudine di satrapo, ecco svelarsi le inedite corde di un umorismo tagliente, di una sorprendente umanità. Non un busto marmoreo consegnato anzitempo alle teche dei musei ma una figura di uomo non privo di fragilità e di insicurezze, bisognoso di confronti, di conferme, di un dialogo continuo con persone considerate degne di tale privilegio.

Il libro firmato da Leone Magiera non ha la pretesa didascalica di ricostruzioni millimetriche, non ha l’affondo compiaciuto e spesso noioso di uno sguardo perso nei singoli frammenti di una biografia così densa ed affollata di date e nomi da disorientare. Dichiaratamente, a tale approccio preferisce sin da subito incamminarsi a tratteggiarne un ritratto intimo, innaffiato di sapidi quanto preziosi aneddoti nella cui filigrana – sovrapposti, intrecciati in un filo danzante pronto ad allontanare e ad unire di continuo – il lettore trova i nomi delle massime personalità musicali del secondo Novecento.

Ago magnetico quanto discreto della grande Storia musicale, capace di rammendare i mille tasselli di questo arazzo realizzato con rara semplicità narrativa, nelle multiformi vesti di direttore d’orchestra, dirigente teatrale ma soprattutto di leggendario collaboratore pianistico ed insostituibile consigliere di artisti come Pavarotti e Mirella Freni, Magiera conduce di stanza in stanza nelle varie pagine della vita del Maestro, ma soprattutto della propria. Una vita, d’altronde, che sin dall’adolescenza, per una miracolosa congiunzione astrale, lo vede nascere e crescere nella Modena del dopoguerra, con il sacro fuoco della musica nelle vene ad una manciata di metri da altri talenti predestinati a fare del proprio dono una leggenda vivente. L’incontro fatale con una ragazzina e la scoperta dell’amore prima ancora dell’elettiva affinità musicale; e, anni dopo, con un giovane assicuratore dalla voce di sconcertante bellezza, in cerca di una guida con cui studiare e attraverso i cui consigli raffinare quel diamante inestimabile ma ancora grezzo.

Commuove, in questa lettura leggera e al tempo godibilissima, perfetta per questi giorni di reclusione imposta, trovare uno scritto introduttivo firmato da quella stessa ragazza nel frattempo divenuta per tutti Mirella Freni, e per l’autore via via moglie, ex moglie, amica preziosa, e scomparsa con un tempismo inquietante proprio nei giorni in cui il libro usciva nelle librerie. “Questo libro mi ha riportata agli emozionanti momenti del mio primo incontro con Herbert von Karajan. Era il 1963 e mi sembrava un sogno essere stata scritturata dalla 'leggenda' Karajan per cantare in Bohème alla Scala". La vicenda prende avvio proprio da quell’incontro che per ragioni diverse sarà decisivo. "A quella prima Mimì seguirono vent'anni di debutti e nuovi ruoli - ricorda Mirella Freni nella prefazione - sollecitati proprio dal Maestro, che non mancava mai di confrontarsi con Leone Magiera, allora mio marito e insegnante, per capire quali fossero le scelte migliori per me”.

Magiera è là dove la storia accade, tra i giganti: da paziente accompagnatore dell’allora coniuge, da prezioso consigliere per balance acustica, da infallibile preparatore al pianoforte nonché da altrettanto infallibile risolutore di delicate questioni nate tra palco e dietro le quinte. Karajan si fida di lui come di nessun altro. Ne chiede continuamente il parere, non teme la sua franchezza, anzi, la esige suggellando così di fatto un rapporto che probabilmente pochi altri potranno vantare.

Non sveleremo nulla dei tanti, gustosissimi capitoli che costellano questo avvincente itinerario tra scena e retroscena, querelles e feroci gossip, tradimenti e scazzottate. Invitiamo, piuttosto, a scorrerne le tappe, tra Glyndenbourne e Salisburgo, tra Vienna e Milano, e a scoprire, attraverso la lente scorciata di una voce d’elezione, un mito nella grazia della sua luce naturale. Una luce che come nessuno ha saputo catalizzare a sé, dandole forma e impronta inconfondibili, un’intera epoca musicale.

Leone Magiera
Karajan
Ritratto inedito di un mito della musica

La nave di Teseo
2020