Recensioni - Cultura e musica

La Clemenza di Tito al Grande di Brescia

Venerdì 23 novembre è andata in scena al Grande di Brescia La Clemenza di Tito, ripresa di un allestimento ideato da Pier Luigi Pi...

Venerdì 23 novembre è andata in scena al Grande di Brescia La Clemenza di Tito, ripresa di un allestimento ideato da Pier Luigi Pizzi per la Fenice di Venezia, con la regia di Paolo Panizza, giovani interpreti selezionati dall'AS.LI.CO. di Milano, con l'orchestra de "I Pomeriggi Musicali" diretta dal maestro Antonello Manacorda.

Scelta difficile quella di rappresentare un'opera come la Clemenza di Tito, che il grande compositore salisburghese assemblò piuttosto frettolosamente nel 1991, in occasione dell'incoronazione di Leopoldo II a Praga. Un'opera retorica e tradizionale, stilisticamente molto distante dagli ultimi capolavori operistici mozartiani (Le Nozze di Figaro del 1786, il Don Giovanni del 1787, Così Fan Tutte del 1790 e Il Flauto Magico del 1791). Nella generale staticità delle scene, nello scollamento tra azione drammatica e musica, nella frettolosa e schematica costruzione delle arie e dei finali, che può essere più o meno condivisa, è stata sicuramente apprezzata la relativa brevità dello spettacolo.
Al di là delle considerazioni musicali sull'opera in sé, molto suggestive le scenografie ed i costumi, concepiti secondo un'originale ribaltamento del piano scenico che da allo spettatore l'illusione di osservare dal basso una volta barocca affrescata, sulle cui pareti si muovono i classici personaggi mozartiani.

L'esecuzione musicale affidata al maestro Antonello Manacorda è stata corretta e precisa anche se forse senza molto smalto e convinzione.

Per quanto riguarda invece i cantanti, non convince del tutto la prova dei sei personaggi principali, mentre il coro da una buona prova. I cantanti si muovono sullo spazio scenico con un po' di incertezza, la voce non sempre precisa nei fraseggi (peraltro rari) e qualche problema nei registri gravi dei soprani (in parte dovuta alle scelte del compositore).

Complessivamente uno spettacolo accettabile e piacevole, adeguato all'occasione, ma nulla di più.

Andrea Pozzi