Recensioni - Cultura e musica

La Traviata: musica e balletto attraverso tre secoli

La Traviata coreografata da Serge Sanguette rientra a pieno titolo ancora in quello che gli storici della danza iscrivono nel ball...

La Traviata coreografata da Serge Sanguette rientra a pieno titolo ancora in quello che gli storici della danza iscrivono nel balletto romantico. I temi dell’opera vediana come amore-morte, gioia-disperazione sono stati trattati in maniera “classica” e, forse proprio per questo motivo, il balletto può dirsi ben riuscito ed è stato accolto favorevolmente.
Oriella Dorella nella parte di Violetta è stata inizialmente poco convincente nel ruolo di seduttrice, mentre ha ben interpretato l’incontro col padre di Alfredo, la scena della lettera e soprattutto l’ultimo atto in cui appare malata. Lo stile romantico, quasi Bournonville verrebbe da dire, dell’ultimo atto ha messo in risalto le doti di creatura leggiadra ed eterea della ballerina milanese. Senz’altro l’esigenza di “narrare la storia” appartiene alla formazione della Dorella, nonché al modo ancora tutto ottocentesco di concepire il balletto e l’opera.
L’apertura e la chiusura dello spettacolo è stata affidata ad una processione del corpo di ballo che portava in mano dei lumini: se per le fine dell’opera questa scelta può essere in qualche modo giustificata, per l’inizio è certamente poco adatta e l’idea della circolarità che forse si voleva dare è stata colta solo a livello di immagine. In generale il primo tempo è risultato un po’ lento ed anche il celebre valzer del brindisi del I atto verdiano non ha reso giustizia al corpo di ballo femminile indubbiamente valido dal punto di vista tecnico; buona l’elevazione e la batteria maschile. Nel secondo tempo, che si è aperto nella casa parigina di Flora, tutto il corpo di ballo ha avuto modo di dar prova delle proprie capacità e Daniela Morrone è l’unica ballerina con una tecnica da XXI secolo, anche se il coreografo ha utilizzato a dismisura il grand jetè.
La scenografia di Enrico Finocchiaro è stata essenziale, ma efficace; splendidi i numerosi costumi.
Speriamo che la “Compagnia Balletto di Milano” abbia la possibilità di crescere numericamente, in modo da poter offrire al pubblico, oltre che spettacoli qualitativamente validi come questo, anche il repertorio classico.

Sonia Baccinelli