Recensioni - Cultura e musica

La giovanile freschezza di Gianni Schicchi

L’opera pucciniana rappresentata a Sirmione da un gruppo di giovani interpreti diretti dalla regista Francesca Siciliani

Rispettando una consolidata tradizione anche quest'anno la festa dell'8 marzo è stata celebrata al Palazzo dei Congressi di Sirmione con il concerto in onore della Venerabile Benedetta Bianchi Porro.
Proseguendo il percorso iniziato lo scorso anno, che aveva visto la messinscena di Suor Angelica di Giacomo Puccini, il titolo allestito in questa occasione è stato il pannello successivo del cosiddetto "Trittico", ovvero Gianni Schicchi.
L'interpretazione è stata affidata ad un affiatatissimo gruppo di giovani cantanti, in buona parte provenienti dal Conservatorio di Bolzano e formati presso la Scuola d'arte scenica della Maestra Francesca Siciliani, che ha anche curato la regia dello spettacolo.
Questo Gianni Schicchi è stato caratterizzato innanzitutto dalla giovanile freschezza dei suoi interpreti (al loro debutto in questo titolo) che, nonostante i pochissimi giorni di prove, sono riusciti a muoversi con estrema disinvoltura sul palcoscenico, assecondando il progetto registico che strizzava l'occhio al musical.

Ne è scaturita una rappresentazione giocosa ed estremamente vitale, dalla quale emergeva il divertimento dello stare in scena insieme e che ha inevitabilmente contagiato tutta la platea.
Nel ruolo del titolo il baritono Ivo Rizzi ha esibito voce solida e ben timbrata, delineando uno Schicchi ironico ma misurato, evitando qualsiasi stucchevole gag da avanspettacolo. Julia Aichner e Riccardo Gatto hanno piacevolmente convinto nel ruolo dei due innamorati Lauretta e Rinuccio. Il loro duetto finale e l'aria "O mio babbino caro" sono stati meritatamente applauditi.
Affiatato il gruppo degli avidi parenti, ovvero: Sylvya Rottensteiner (Zita) , Raffaele Prestinazzi (Gherardo), Yukiko Aragaki (Nella), Vadim Borekanof (Betto), Massimiliano Catellani (Simone), Luke Millugja (Marco), Marieke Wikesio (La Ciesca), Marco Petrolli (Spinelloccio/Guccio), René Tschilinger (Ser Amantio), Hamidreza Shabani (Pinellino), Lorenzo Peretti (Gherardino). 
Al pianoforte il Maestro Enrico Gerola ha esibito la dovuta  autorità nel dipanare il  complesso intreccio della partitura.
Il pubblico, coinvolto dal clima brioso, ha risposto tributando applausi convinti anche a scena aperta.

Davide Cornacchione 8/3/2011