Recensioni - Cultura e musica

La musica della memoria e del riscatto

Il ricordo del dramma del Covid e il coraggio della rinascita nel concerto dell’Orchestra del Teatro la Fenice che ha inaugurato la stagione 2023 del Teatro Grande

La stagione sinfonica 2023, anno di “Brescia capitale della cultura”, si è aperta al Teatro Grande con un concerto dell’Orchestra del Teatro la Fenice di Venezia diretta Manlio Benzi resosi disponibile nonostante il pochissimo preavviso per sostituire l’indisposta Speranza Scappucci.
Il programma, impaginato con grande cura, coniugava un messaggio di positività e di slancio verso un futuro “eroico”, da qui la scelta della terza sinfonia di Beethoven, con il dramma della pandemia del 2020 che vide le province di Brescia e Bergamo come le più colpite ma che hanno superato con coraggio e determinazione.

Il brano d’apertura era la Sinfonia da I vespri siciliani di Giuseppe Verdi, pagina che si contende con quella della Forza del destino il primato di più bella ouverture del compositore di Busseto. Il ritmo inquieto che risente delle istanze risorgimentali la rende una delle composizioni più emblematiche per rappresentare il riscatto del popolo italiano. Nonostante infatti l’opera fosse destinata all’Opéra di Parigi, le vicende narrate sono quelle dell’insurrezione dei palermitani contro i francesi nel 1282, e questo impeto battagliero si respira fin dalle prime battute. Il secondo brano in programma era Il canto del silenzio per viola ed orchestra d’archi, scritto da Simonide Braconi, prima viola del Teatro alla Scala, per l’occasione presente anche come solista. La partitura, scritta nel 2020 durante il primo lockdown, racconta lo sgomento, l’incredulità, la paura, l’ineluttabilità del destino, in un susseguirsi di emozioni che rievocano quanto vissuto durante il periodo pandemico.
La seconda parte ha visto invece protagonista la Terza sinfonia in mi bemolle maggiore “Eroica” di Ludwig Van Beethoven, una pagina dedicata al “sovvenire di un grande uomo” che, pur includendo una delle più belle marce funebri della storia della musica, è un inno alla rinascita ed alla speranza di un futuro migliore.

Nonostante il cambio di bacchetta all’ultimo minuto l’Orchestra del Teatro la Fenice è stata protagonista di un applauditissimo concerto. L’esecuzione della Sinfonia dai Vespri siciliani è stata impeccabile anche se a tratti è parsa un po’ prudente e trattenuta, mentre grande commozione ha suscitato l’intenso dialogo tra gli archi e la viola di Simonide Braconi nel Canto del silenzio: un brano aperto e chiuso dal suono dei contrabbassi in cui il silenzio si fa musica ed in cui i perfetti equilibri tra solista ed orchestra hanno contribuito a creare atmosfere rarefatte, meditative, alternate a passaggi più drammatici. Molto apprezzato anche il Capriccio di Henry Vieuxtemps che Braconi ha regalato come bis al termine della prima parte.
Nella seconda parte il Maestro Benzi ha dato della sinfonia Eroica una lettura più proiettata verso il neoclassicismo che il romanticismo, caratterizzata da una vitale energia ma allo stesso tempo da un grande equilibrio nelle dinamiche e da sonorità luminose. Una lettura scintillante accolta al termine da applausi convinti da parte di un Teatro Grande quasi esaurito.