Recensioni - Cultura e musica

La pianista Olga Davnis debutta in Italia

Debutta a Bologna, presso il Cortile dell’Archiginnasio, la giovane ventiduenne pianista Olga Davnis.

L’evento è inserito nell’ambito del Festival Pianofortissimo & Talenti, pregevole rassegna pianistica giunta alla tredicesima edizione, dedicata ai giovani talenti emergenti sulla scena nazionale ed internazionale.

Di anno in anno il Direttore artistico del festival, Alberto Spano, non manca di sorprendere il pubblico promuovendo eccellenze della tastiera la cui carriera concertistica si prospetta imperitura e di chiaro successo.

Olga Davnis sorprende davvero tutti per l’innato talento e la strabiliante bravura, dimostrando di possedere una maturità artistica non comune, accresciuta da studi musicali fin dall’età di tre anni. Questa sua dote è avvalorata da numerosi premi conseguiti nell’ambito di concorsi, tra cui il “Bach” di Lipsia a soli vent’anni e il “Mae e Irving Jurow” nel 2024. E’ palesemente evidente come Olga dedichi la sua vita esclusivamente alla musica, vivendo in estrema simbiosi con essa e con lo strumento che la genera. Quando esegue Bach sembra entrare in “trance”, compenetrandosi sensualmente con sospiri e gemiti nel flusso sonoro di passi contrappuntistici singolarmente “lenti e andanti”, così come è apparso durante l’esecuzione della Sarabanda della Suite Inglese n. 4 BWV809 e dell’Andante del Concerto Italiano in fa maggiore BWV971, eseguiti nell’ambito di un programma dedicato esclusivamente al Kantor di Lipsia e presentato interamente a memoria. Ai citati brani, eseguiti nella loro completezza, e ai Sei Piccoli Preludi BWV 933-938, con cui il concerto ha avuto inizio, sono seguiti i Quattro duetti BWV 802-805, come speciale rarità di programma, e la Partita n. 6 in mi minore BWV 830, la cui Toccata è suonata in modo sublime, con asciuttezza di tocco percussivo, mettendo in risalto la piena bellezza degli intrecci melodico-contrappuntistici della partitura!

Particolare è la postura assunta dalla pianista per tutta la durata del Concerto. Olga è sempre molto china sulla tastiera del pianoforte - un gran coda Steinway & Sons - come per riversare sul dorso il peso delle braccia e alleggerire le dita affinché percuotano i tasti con tocchi secchi ma leggiadri e mai vibrati, simili a quelli del clavicembalo. Il tecnicismo esibito è perfetto, il suono e il senso delle parti contrappuntistiche bachiane prodotte dalle sue leggiadre mani sono di una purezza e uniformità incantevoli.

La magica atmosfera generata durante il concerto ha aleggiato nell’aria anche oltre il bis. Il futuro di questa giovane pianista è segnato da una sicura notorietà internazionale per quanto attiene all’esecuzione e interpretazione del repertorio bachiano. Non erriamo affermando che frequentando assiduamente tale repertorio, la sua celebrità potrà elevarsi alla stregua del mitico Glenn Gould.

Giovanna Facilla