Recensioni - Cultura e musica

Leo Nucci mattatore in Rigoletto

Il celebre baritono si conferma grande interprete nello storico allestimento parmense di Pierluigi Sammaritani

Da parecchie stagioni Il Teatro Regio di Parma ospita Leo Nucci tra i principali interpreti e anno dopo  anno il successo di pubblico è assicurato. I rapporti di Nucci con la città di Parma sono ormai consolidati e l’ironica visione del “Nucci Festival”, come commentano alcuni, porta, a mio parere,  a inutili e anticipatori pregiudizi. La presenza del baritono di Castiglione dei Pepoli nei festival Verdi è motivo di eccellenza per un ente che sta uscendo da una situazione di instabilità e difficoltà nella programmazione.

Il Rigoletto portato in questo Verdi Festival ha il sapore del passato, riprendendo una storica regia (Pierluigi Samaritani, Teatro Regio di Parma, 1987) con buona capacità di decodificazione di Elisabetta Brusa che però ha mostrato alcune falle nelle  scene d’insieme, statiche e poco incisive specialmente per quanto concerneva comparse e coro. Sul podio Francesco Ivan Ciampa che ha diretto la Filarmonica Arturo Toscanini con gesto sicuro e ampio. Un’orchestra che ha regalato pienezza e armonia allo spettacolo nonostante alcune sbavature,  passate però in secondo piano di fronte ad una  efficace visione d’insieme dell’opera. Ampi rallentamenti e vibrati degli archi hanno permesso di percepire la nebbiosa pianura mantovana  nel cui buio notturno, si aggiravano loschi figuri e assassini.
Nonostante le innumerevoli repliche alle spalle, il Rigoletto di Nucci, è in continua mutazione: deciso e saldo per tutta la durata dello spettacolo ma allo stesso tempo in continua ricerca di piccole sfumature. L’esperienza e la ragguardevole qualità vocale ci permettono di perdonare alcune piccole imperfezioni del primo atto che hanno tutt’al più fatto sorridere il pubblico e lo stesso Nucci.  Al fianco di Rigoletto una figlia, Gilda, di tutto spessore: Jessica Pratt. Voce squillante e chiara,  tecnica eccellente e timbro vocale che ha incantato il pubblico già riscaldato dal celebre baritono. Due professionisti che hanno scatenato la platea in lunghi applausi.
Di contro, il restante cast non ha propriamente brillato, iniziando da un Duca (Piero Pretti) con buona estensione vocale e registro acuto omogeneo ma talvolta (specialmente nell’ultimo atto) non pulitissimo nell’emissione, complice anche una probabile stanchezza. Un Duca che ha conquistato comunque il pubblico grazie a discrete doti recitative.
L’accoppiata di efferati delinquenti, Sparafucile e Maddalena, rispettivamente Felice Bou e Barbara di Castri, ha convinto più per l’aspetto recitativo che per quello musicale. Cantavano infatti uno Sparafucile non propriamente inquietante e dal registro grave spesso vibrato e una Maddalena con voce non sempre a fuoco. Efficace la prova dei comprimari, rispettivamente: Giovanna (Alisa Dilecta), Conte di Monterone (George Andguladze), Marullo (Valdis Jansons), Borsa (Patrizio Saudelli), Conte di Ceprano (Alessandro Busi), Contessa di Ceprano (Leonora Sofia), usciere (Alessandro Bianchini) e paggio (Leonora Sofia). Buona prova del coro del Teatro Regio di Parma.
Il pubblico ha apprezzato lo spettacolo con lunghi e caldi applausi.


Claudio Giacoboni 12/10/2012