Recensioni - Cultura e musica

Libri: Frederic Raphael, Eyes Wide Open, Einaudi.

Frederic Raphael, Eyes Wide Open, Einaudi. Occhi bene aperti Per chi se lo fosse perso, segnalo un libro uscito nel ‘99 in con...

Frederic Raphael, Eyes Wide Open, Einaudi.

Occhi bene aperti Per chi se lo fosse perso, segnalo un libro uscito nel ‘99 in concomitanza con l’uscita di quello che rimarrà l’ultimo film di Stanley Kubrick: Eyes Wide Shut.

Dopo un quarto di secolo Kubrick è riuscito a portare sullo schermo la Traumnovelle di Arthur Schnitzler e questo è stato anche merito del suo sceneggiatore.

Nato nel 1931 a Chicago, Frederic Raphael ha scritto sceneggiature di film importanti come Darling di John Schlesinger, che gli ha fruttato l’Oscar, e Due per la strada di Stanley Donen, con Audrey Hepburn e Albert Finney.

Il suo libro indaga in maniera magistrale il rapporto tra la scrittura e la messa in scena, rapporto che nel romanzo è espresso con una favola: lo scorpione (il regista) chiede alla rana (lo sceneggiatore) di dargli un passaggio dall’altra parte del fiume, ma la rana teme che lo scorpione la punga prima di raggiungere l’altra riva; lo scorpione promette di non farlo ma, prima di giungere a destinazione, la punge e, alla domanda della rana sul motivo del suo gesto, si giustifica con un "sono uno scorpione". Raphael accetta fin dall’inizio il suo ruolo di rana, anche se non manca di lasciar trasparire l’insofferenza e il risentimento che questo gli provoca, negli episodi in cui è evidente che vuole scalfire l’immagine mitica del genio.

Il romanzo raggiunge i suoi vertici quando prende la forma di una sceneggiatura, in cui il narratore è individuato da delle enigmatiche iniziali (FR), che ricordano le celebri VN di un’altra rana punta prima dell’inizio delle riprese dallo scorpione newyorkese, Vladimir Nabokov.

E’ da sottolineare che il tema del rapporto tra scrittura e cinema è un tema centrale anche nella stessa opera kubrickiana, come sostengono Fofi e Morandini nella loro Storia del cinema, dove si legge a proposito di Shining: "Il padre è Saturno che vuole divorare il proprio figlio, che è geloso del figlio, è l’orco, è l’impotenza dell’intellettuale (qui scrittore) confrontata alla vitalità dell’essere di natura (il figlio cioè Pollicino, o anche Teseo contro il Minotauro, o Giove contro Saturno, o infine il bambino-occhio di 2001, ossia da parte del regista, pro domo sua, significa la superiorità dell’occhio sulla lingua, della visione sulla scrittura, del cinema sulla narrativa)."