Recensioni - Cultura e musica

Macbeth: tragedia barbarica

L’opera di Giuseppe Verdi torna al Teatro Comunale di Modena nel suggestivo allestimento di Giancarlo Cobelli.

L'attuale crisi finanziaria ed i conseguenti tagli alla cultura hanno messo in serie difficoltà molte fondazioni liriche che, per non ridimensionare drasticamente le loro stagioni, hanno dovuto in più occasioni ricorrere a coproduzioni o recuperare allestimenti di repertorio. Il che presenta anche un risvolto positivo, infatti questo escamotage permette di rivedere o di far circuitare spettacoli decisamente meritevoli che altrimenti sarebbero  destinati all'oblio dopo poche repliche.
Il Macbeth di Verdi, andato recentemente in scena al Teatro Comunale di Modena, rientra a pieno titolo in questa casistica.
 

La produzione risale al 2001, quando l'ente emiliano decise di affidare al regista Giancarlo Cobelli l'intrigante progetto di un Macbeth shakespeariano ed uno verdiano da presentare nella stessa stagione.
All'epoca assistetti solo alla versione in prosa con Kim Rossi Stuart e Sonia Bergamasco, e devo dire che mi piacque decisamente poco. Ben altra impressione invece mi ha suscitato oggi la  versione musicale.
Cobelli ha creato uno spettacolo molto bello, in cui tradizione e ricerca si sposano in maniera estremamente efficace, senza fare ricorso a quelle  tecnologie (videoproiezioni in primis) che spesso servono a nascondere un vuoto di idee; ma rifacendosi alla tradizione del cosiddetto “teatro all'italiana", basato su soluzioni ed effetti che nascono da un equilibrato rapporto tra scenografie, luci e attori.
Questo è un Macbeth barbarico, violento, intriso di sangue, in cui i protagonisti sono vestiti di pelliccia e le armi si ispirano all'alto medioevo, ma che non è connotabile ad un'epoca precisa, infatti dai costumi fanno capolino anche moderni anfibi, scarpe con tacco e calze autoreggenti.
Suggestivo l'impianto scenico progettato da Carlo Diappi (autore anche dei costumi), che asseconda l'idea registica dividendo il palcoscenico in più sezioni: un proscenio in cui si svolge l'azione; un retropalco separato da quinte trasparenti nel quale agiscono prevalentemente le streghe ed in cui hanno luogo gli eventi più cruenti; due gradinate laterali nelle quali il coro, a rinsaldare un antico legame con la tragedia greca, resta seduto per tutta la durata dell'opera.
Macbeth infatti è tragedia: la tragedia della bramosia di potere che porta alla solitudine, all'alienazione, alla pazzia ed anche alla morte. Una tragedia che però non conosce catarsi nella visione di Cobelli, ed infatti anche l'incoronazione di Malcom quale nuovo re di Scozia è caratterizzata dalla presenza di Ecate, a sottolineare come nessun regnante riesca a sfuggire al richiamo della tirannide.
Aldo Sisillo, alla testa dell'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna, ha optato per la versione di Parigi, privata dei balletti e riprendendo l'aria finale di Macbeth dalla versione di Firenze. La sua concertazione ha adeguatamente sorretto l'impianto drammaturgico dell'opera ma senza regalare particolari finezze o imprimere un taglio che caratterizzasse veramente le varie scene. Buona invece la prova del coro lirico Amadeus.
Macbeth è stato interpretato in modo non del tutto convincente da Dario Solari, il quale si è mostrato spesso affaticato nel riuscire a sostenere integralmente il ruolo del re di Scozia. Oltre ad alcune incertezze di intonazione anche l'interpretazione si è mostrata abbastanza discontinua.
Decisamente più convincente la Lady di Susanna Branchini, che spiccava grazie ad una grande energia ed altrettanta presenza scenica. La voce, seppur dotata di un volume appropriato, necessiterebbe ancora di qualche rifinitura, ad esempio nei suoni gravi che risultano spesso allargati, però il personaggio è emerso in maniera decisamente efficace.
Pavel Kudinov era un Banco dalla voce un po' chiara, mentre Roberto Iuliano si è ben disimpegnato nell'aria di Macduff.
Il numeroso pubblico ha risposto con convinzione, manifestando apprezzamento per l'interessante proposta.

Davide Cornacchione 6/3/2011