Recensioni - Cultura e musica

Macerata: Il trionfo del romanticismo con Lonquich e la Form

Nuova tappa dell'Orchestra Filarmonica Marchigiana al teatro Lauro Rossi di Macerata. Un concerto dedicato al repertorio del romantico, con la direzione del maestro Alexander Lonquich

In apertura "Die Hebriden, Fingalshöhle" (Le Ebridi, La grotta di Fingal), ouverture Op. 26 in si minore di Felix Mendelssohn-Bartholdy. Composta nel 1830 dopo aver visitato la grotta di Fingal sull'isola di Staffa nell'arcipelago delle Ebridi al largo della costa occidentale della Scozia.

Si tratta di un'ouverture da concerto con una sua autonomia, ed è uno dei primi esempi di poema sinfonico. Nel primo tema sostenuto da viole, violoncelli e fagotti emerge la potenza e la bellezza della grotta, nel secondo viene descritto il movimento delle onde del mare.
Una convincente esecuzione dove la filarmonica ha mostrato pregevoli colori e dinamiche, che hanno messo bene in risalto gli stati d'animo del compositore.

Si prosegue con il "Concerto per pianoforte e orchestra" in La min, Op.54 di Robert Schumann. Composto tra il 1841 e il 1845 è formato da tre movimenti: Allegro affettuoso, Andantino grazioso e Allegro vivace. Gli ultimi due movimenti sono praticamente continui, infatti lo stesso compositore ne indicava solo due nei programmi di concerto (Allegro affettuoso, Andantino e Rondò). Il primo e il terzo movimento hanno la forma-sonata, quello centrale è in Liedform con una coda finale aggiunta.

La composizione viene resa in scena dal direttore /pianista Lonquich, riproponendo un modello usato fino a quel periodo nei concerti. La stabilizzazione del direttore che dirige soltanto e non suona, nel Romanticismo non è ancora del tutto affermata e il pianoforte, che diventa uno strumento assai in voga e molto diffuso fra le classi borghesi, è sì strumento solista, ma, suonato dal direttore, entra nell'orchestra in modo convincente non staccandosi mai dalle intenzioni interpretative di chi dirige. Lonquich è stato perfettamente a proprio agio in quel doppio ruolo, evidenziando una predilezione per questo tipo di repertori. Il suo pianismo è vigoroso, energico, eppure, regala il suo meglio nei passaggi di maggior quiete dell'andamento musicale. Accolto da calorosi applausi, ha concesso come bis un brano sempre di Schumann, dal titolo "Aufschwung" (slancio), scritto nel 1837, è il secondo degli otto pezzi pianistici che compongono i "Fantasiestücke" op. 16.

La seconda parte del concerto è stata dedicata alla "Sinfonia n. 4" in La magg., Op. 90 “Italiana” di Felix Mendelssohn-Bartholdy. Composta nel 1833, ha una forma classica con quattro movimenti. L'Allegro vivace (la maggiore) è nella classica forma sonata, l'Andante con moto (re minore) rievoca una processione funebre vista a Napoli, Con modo moderato (la maggiore) è tipico minuetto, il Saltarello-Presto (la minore) include le danze popolari del saltarello e della tarantella. L'italianità emerge nelle parti briose, nella cantabilità mediterranea di alcuni temi, nella strumentazione tesa a ricercare elementi solistici. Mendelssohn guarda ai modelli di Haydn e Mozart, senza tralasciare Beethoven e la grande lezione di Bach.

Lonquich dirige con gesti netti e precisi, valorizzando la compattezza della Form che mostra un ragguardevole volume sonoro, con eccellenti fiati e luminosi archi.

Ottimo successo per un pomeriggio dove ha trionfato il grande romanticismo musicale.

Marco Sonaglia (Teatro Lauro Rossi-Macerata 19 gennaio 2025)