
Sulla carta c'erano grandi aspettative per questo concerto che fa parte della lunga e interessante stagione dell'Orchestra Filarmonica Marchigiana e le aspettative non sono state deluse
In apertura troviamo "Serenata" di Carlo Boccadoro. È un'opera su commissione, composta nel 2024 per la FORM ed eseguita in prima assoluta. La forma bipartita (semiminima 110 e semiminima 115), ispirata proprio a Brahms, prevede come particolarità, l'assenza dei violini nell'organico orchestrale, ciò contribuisce a scurire l'insieme dell'ensemble stesso e a rendere più evidenti i suoni, a volte pungenti, dei fiati. Boccadoro dirige egli stesso la propria composizione, con energia e rigore. I due movimenti sono ricchi di suggestioni diverse fra loro, la forma serenata conferisce alla composizione una sorta di libertà espressiva che catalizza l'attenzione dell'ascoltatore portandolo in una dimensione di continua e progressiva sorpresa, con la scoperta di nuove atmosfere.
Si prosegue con il "Concerto per clarinetto e orchestra in La magg. K. 622" di Wolfgang Amadeus Mozart, l'ultima composizione per strumento solista, composta due mesi prima di morire. Per il concerto Mozart scelse un clarinetto di bassetto in la, che si differenzia dal normale clarinetto in La per l'estensione nel registro basso, che supera di una terza maggiore quella del clarinetto soprano. Questo particolare strumento viene suonato in questa occasione da Fabrizio Meloni, musicista di grande esperienza, da quarantuno anni primo clarinetto dell'Orchestra del Teatro alla Scala. Il capolavoro mozartiano è diviso in tre tempi (Allegro, adagio, rondò allegro). Meloni si muove con una assoluta naturalezza offrendo all'ascoltatore un tutt'uno con la composizione. Un mirabile secondo tempo ha messo in luce i virtuosismi, la fluidità, le capacità dinamiche ed espressive del clarinettista, che ha incantato tutti con il suo suono morbido, intenso e corposo, eppure così profondo nei toni bassi e così etereo in quelli acuti. L'interazione con l'orchestra é stata molto apprezzabile, la direzione quanto mai impeccabile. Pubblico estasiato e rapito da tanta bellezza.
La parte finale del concerto prevede la "Serenata n. 2 in la magg., Op. 16" di Johannes Brahms. Scritta nel 1859, rivista nel 1875, venne dedicata a Clara Schumann e fu una delle primissime composizioni di Brahms ad essere eseguita negli Stati Uniti. È formata da cinque movimenti: Allegro moderato (la maggiore), Scherzo. Vivace (do maggiore). Trio (fa maggiore), Adagio non troppo (la minore), Quasi Menuetto (re maggiore). Trio (fa diesis minore), Rondò. Allegro (la maggiore). Brahms, se non proprio esplora, sicuramente ci rimanda ad atmosfere popolari che la rendono a tratti persino vivace. Boccadoro qui, dirige l'orchestra con grande precisione, senza lasciarsi prendere la mano (e il metronomo) da eccessi di nessun tipo. L'orchestra ci appare fluida e ben amalgamata (considerando che mancano dall'organico i violini), in modo particolare spicca la sezione fiati con un suono brillante e luminoso.
I generosi applausi per Carlo Boccadoro e la Form hanno sottolineato la grande qualità di un concerto con un programma variegato e un solista di fama mondiale come Fabrizio Meloni.
Sarà difficile dimenticare questo pomeriggio di musica sublime ed eterna.
Marco Sonaglia (Teatro Don Bosco-Macerata 16 marzo 2025)