Recensioni - Cultura e musica

Milano: Un autobus da non perdere

Grande successo per il musical Priscilla al Teatro degli Arcimboldi

Un viaggio da Sydney ad Alice Springs, remota località del Northern Territory, un viaggio all’insegna dell’amicizia, della libertà e della stravaganza, un viaggio per scoprire meglio se stessi e gli altri.
Ispirato al celebre film di Stephan Elliott uscito nelle sale di tutto il mondo nel 1994, il musical in questi giorni in scena al Teatro degli Arcimboldi di Milano ci proietta fra i colori sgargianti degli abiti delle drag queen, fra le loro battute salaci, le loro esperienze di vita e, perché no, i loro sentimenti e la loro sensibilità.
Tre diverse storie accomunano i personaggi di questa vicenda, tre diversi tentativi di evadere da una realtà che ormai sta troppo stretta, tre diverse speranze di rifarsi in qualche modo una vita.
Ed ecco che da uno dei più famosi road movies degli ultimi tempi scaturisce un musical frizzante, perfettamente calibrato, pungente e allo stesso tempo esilarante, fatto non solo di paillettes e lustrini, ma anche di una buona dose di esperienza e professionalità.

A dare l’avvio allo spettacolo, a simboleggiare le tre Divas, Arianna Bertelli, Natascia Fonzetti e Alice Grasso, che conquistano fin dalla prima nota il pubblico con la loro voce e il loro carisma; sullo sfondo una rudimentale cartina dell’Australia sulla quale viene segnalato a luci lampeggianti il percorso praticato dall’autobus. Un percorso accidentato non solo a causa dei vari incidenti con canguri e altri animali, inevitabili nel bel mezzo del deserto, ma anche per i diversi episodi di omofobia che i tre protagonisti si trovano a dover affrontare, episodi certo negativi, ma che metteranno in maggiore evidenza la bellezza del candore del figlio di Mitzi che non avrà alcun problema ad accettare il padre per quello che è o la generosità di Bob che finirà per innamorarsi di Bernadette.
Fondamentale, come è ovvio, la colonna sonora, la quale mostra rispetto a quella del film un aggiornamento e uno spostamento di gusto dagli Abba a Madonna; immancabili, manco a dirlo, Gloria Gaynor e Geri Halliwell, per fare solo un paio di citazioni.
Il pubblico canta, applaude, balla; una mirror ball a tratti illumina la sala, creando l’atmosfera delle discoteche del passato.

Bravi i protagonisti: Simone Leonardi è una Bernadette salace, dalla facile battuta, apparentemente dolce e remissiva nella sua femminilità, ma forte e determinata nella vita reale, così da diventare leader del gruppo. Al suo fianco Cristian Ruiz veste i panni di un Tick/Mitzi in preda a mille dubbi sul suo essere o voler essere un buon padre e Mirko Ranù quelli di un gaudente Adam/Felicia che fa della leggerezza e della superficialità la propria cifra distintiva.
Uno spettacolo per ridere, cantare, sorridere e gioire, di colpo proiettati fra le musiche e le atmosfere che hanno fatto grandi gli anni Novanta del secolo scorso.