
La cantante israeliana in concerto per le X giornate
Eppure, questa Artista (si, non si tratta di refuso, è proprio una A maiuscola) ha il dono della semplicità. Oltre ad avere una voce splendida ed una estensione vocale che è un piacere per l’udito è anche una percussionista con una energia contagiosa, un’artista generosa e umile.
Il legame di questa artista internazionale con l’Italia inizia già nel 1996 quando partecipa ad un concerto di Antonello Venditti in Piazza Plebiscito a Napoli; l’anno successivo, interpreta “Beautiful that way”, tema principale del premiato film di e con Roberto Benigni “La vita è bella”; nel 2001 viene insignita del premio “Artista per la Pace” nell’ambito del meeting annuale promosso dai Frati Francescani di Assisi e così via con partecipazioni ad eventi che spaziano dal Festival di Sanremo (2006 e 2012), al Live 8 al Circo Massimo (2005), al festival MITO (2014) o al Premio Tenco (2006), tanto per dirne solo alcuni; oltre ad aver cantato davanti a Papa Francesco a Cracovia.
Il concerto cui abbiamo assistito al Teatro Sociale di Brescia, nell’ambito del festival Le X giornate, è stato puro piacere. A piedi nudi sul palco NOA (al secolo Achinoam Nini) e i suoi musicisti attaccano immediatamente senza attendere la fine dell’applauso e questo rimarrà leitmotiv di tutto il concerto. Si inizia subito in quarta con “Shalom”, cantata in ebraico, per proseguire con “Nothing but a song” e via così per i primi brani tutti dell’ultimo album “Love medecine”.
Valeria Bisoni 18 Settembre 2016
Scopriamo anche che è un ottima percussionista e come primo omaggio alla platea in ascolto ci regala qualche parola di italiano nella canzone” I don’t know”. Ringrazia per essere a Brescia, “La Leonessa d’Italia” e ci dice anche chi glielo ha suggerito. E poi ancora canta, suonando la batteria (anche questo le riesce bene). E qui abbiamo diritto ad una incursione nel jazz, infatti il quartetto altro non è che contrabbasso (Adam Ben Ezra), chitarra (Gil Dor), batteria e percussioni (Gadi Seri). Solo dopo presenta se stessa per quello che è: una ebrea nata in Israele da famiglia di origine Yemenita, vissuta in America dall’età di un anno fino all’adolescenza quando è tornata in Israele per ritrovare le sue origini.
Noa torna sul palco e ci offre una canzone per la quale ha scritto la musica, il testo è di Erri de Luca “Mare Nostro” scritta nel 2014 con la speranza che qualcuno l’avrebbe messa in musica, ecco fatto. Dopo questo omaggio a Erri de Luca , Noa ci legge una poesia da lei scritta “Siamo tutti immigrati”, in quanto anche lei ha attraversato l’oceano più di una volta e si continua con un omaggio all’Italia: due canzoni napoletane (Santa Lucia Luntana e Era di maggio), una Tarantella e infine Beautiful that way. Dopodiché si scatena alle percussioni con “Keren or” durante il quale coinvolge tutto il pubblico in un ritmo sfrenato, ma per concludere trascina il pubblico in un Soul improvvisato (quasi alla James Brown) nel quale fa tutti i ringraziamenti e non dimentica di nominare nessuno.
Gli applausi non accennano a scemare e lei ci concede un altro Shalom per salutare. Dieci minuti di applausi prima di comprendere che il concerto è proprio finito. Grazie Noa e grazie all’organizzazione del Festival Le X Giornate che ha portato un artista di questo calibro a regalarci pressoché due ore di ottima musica.
E lo fa in italiano, legge in italiano, per paura di fare errori. Passiamo ad ascoltare una canzone popolare yemenita accompagnata dal suono di due bidoncini percossi da lei e dal batterista, due bidoncini che torneranno a far parte della batteria al termine del canto. Noa fa una pausa, ma il concerto no. Abbiamo diritto ad un paio di brani musicali jazz uno chitarra e bongo e l’altro solo contrabbasso, che ci permettono di godere della bravura dei musicisti.