Recensioni - Cultura e musica

Oltre due secoli di musica nel violino di Zukerman

Vivaldi, Beethoven e Brahms, tre compositori diversi fra loro per stile e colore, tre compositori che coprono più di 200 anni di s...

Vivaldi, Beethoven e Brahms, tre compositori diversi fra loro per stile e colore, tre compositori che coprono più di 200 anni di storia. Eppure i brani scelti per questo quarto concerto del Settembre dell’Accademia si armonizzano bene e cercano di rendere equa la performance dei tre compositori “protagonisti” della serata. Cercano, perché in realtà protagonista indiscusso è lui Pinchas Zukerman. La sua esecuzione nel concerto in Re maggiore per violino e orchestra Op. 61 di Beethoven è a dir poco perfetta. Nessuna sbavatura, nessuna incertezza, un virtuosismo tale da rendere impossibile distinguere l’artista dal suo strumento, artista col quale l’orchestra si fonde regalandoci un momento di autentica sospensione dalla realtà tanta è la perfezione, e se consideriamo che è diretta dallo stesso Zukerman l’ammirazione è ancora più grande. Dal cuore scaturisce una preghiera, credenti o meno, “che venga conservato questi artisti il loro dono”. La forza espressiva, la nettezza di intonazione, l’ampiezza del fraseggio caratterizzano lo stile di questo vulcanico artista, che in una recente intervista dichiara “non c’è giorno che io non suoni il violino. Io ho sposato il mio strumento, ecco la verità”.
In realtà egli ha sposato una bellissima donna oltre che violoncellista di talento, che apre con il marito la serata con il Concerto per violino e violoncello in Si bem. Maggiore RV 547 di Vivaldi, brano che ci consente di apprezzare il talento di Amanda Forsyth. Marito e moglie ci regalano momenti di divina armonia. E’un peccato che questo sia l’unico brano previsto dal programma con il violoncello solista. Avremmo tutti gradito poter godere ancora del talento di una tale violoncellista.
A conclusione della serata la Sinfonia n. 1 in Do minore Op. 68 di Brahms ci permette di concentrarci sull’orchestra, dalla quale oltre alla perfezione tecnica traspare un’anima e un carattere che conferma quanto precedentemente intravisto con le esecuzioni precedenti. La storia di questa orchestra inizia oltre 60 anni fa ed è ad oggi molto presente oltre che in tournée anche in incisioni per case discografiche commerciali, ruolo che alterna a quello spontaneamente assunto di orchestra nazionale britannica.
Nonostante gli applausi senza fine non ci viene concesso il bis e lasciamo il teatro con la sensazione di camminare sollevati da terra e con il desiderio irrisolto di poter nuovamente ascoltare la potenza e la grazia di tutti gli attori della serata.

Valeria Bisoni 24 settembre 2007