Recensioni - Cultura e musica

PARMA: “Meravigliosa interpretazione di Ambra Vallo e Roberto Bolle in Giselle: tragica ed eterea lei, naturalmente nobile lui”

Sabato 13 e domenica 14 novembre, il Teatro Regio di Parma ha offerto ai suoi spettatori una magnifica Giselle. I ruoli principali...

Sabato 13 e domenica 14 novembre, il Teatro Regio di Parma ha offerto ai suoi spettatori una magnifica Giselle. I ruoli principali sono stati interpretati da una coppia dalle straordinarie doti tecniche ed interpretative: Ambra Vallo e Roberto Bolle. Entrambi si erano esibiti, con altri patner, nel gala “Roberto Bolle and friends” la settimana scorsa. Bolle, a causa di un incidente accadutogli in prova, aveva dovuto rinunciare al passo a due del cigno nero dal Lago ed a quello dello schiavo con la civiltà dall’Excelsior e nei brani presentati era apparso leggermente sottotono; ora invece si può tranquillamente affermare che la sua tecnica non ha fortunatamente perduto per niente smalto ed anzi, ha offerto una notevole interpretazione.
Giselle è tra i più celebri balletti ottocenteschi dove si intrecciano tutti gli elementi della tradizione romantica: medioevo, amore, inganno, tradimento, pazzia, morte, oltretomba e cristianità.
La storia si rifà, nella prima parte, ad una poesia di Victor Hugo che narra di una ragazza che muore dopo una movimentata notte di danze e, nella seconda parte, ad una leggenda renana raccontata dal poeta tedesco Heinrich Heine che narra di spiriti malvagi di giovani fidanzate tradite e morte prima delle nozze, le Villi, le quali, per vendicarsi, trascinano nella foresta giovani uomini allo scopo di farli ballare fino alla morte.
Il balletto debuttò per la prima volta all’Opéra di Parigi nel 1841 con la ballerina napoletana Carlotta Grisi nel ruolo di Giselle (a Parma noi abbiamo potuto ammirare Ambra Vallo, anche lei napoletana…) e con Lucien Petipa (fratello del più celebre coreografo Marius) in quello del principe Albrecht. Il libretto venne scritto dal letterato Théophile Gautier e dal drammaturgo Jules-Henry Vernoy de Saint-Georges. Gautier era infatti innamorato della Grisi e pensando alle sue doti cercò un soggetto che mettesse in risalto le sue doti. L’Opéra accettò di buon grado il progetto, anche perché poco costoso, dal momento che prevedeva solamente due cambi di scenario. L’allestimento scenografica del San Carlo di Napoli (Raffaele del Savio) era lineare e molto classico: nel primo atto è stato perfettamente ricreato il villaggio medievale con casette in stile tudor, mentre nel secondo atto il bosco e la scenografia a tinte lunari fanno da sfondo alle danze delle villi.

Giselle è una contadina e viene corteggiata dal guardacaccia Hilarion, il quale teme il rivale Loys (che in realtà è il principe Albrecht) che a sua volta corteggia Giselle facendola innamorare di sé e perciò ingannandola dal momento che ella lo crede della sua stessa estrazione sociale e naturalmente Giselle non pensa che egli possa anche essere già fidanzato.
La festa della vendemmia ha inizio e Giselle partecipa danzando con entusiasmo per quello che lei crede Loys, nonostante la madre la metta in guardia narrandole delle Villi.
La festa è interrotta dall'arrivo del principe di Curlandia e di sua figlia Bathilde (fidanzata di Albrecht) col loro seguito, di ritorno dalla caccia. Giselle danza per la principessa che le dona una collana; in seguito i nobili tornano nel bosco, mentre nella piazza continua la festa contadina. All'arrivo di Loys-Albrecht, Hilarion, furente di gelosia smaschera il rivale e chiama col corno i nobili che subito accorrono. Albrecht offre il braccio a Bathilde giustificandosi per il suo abbigliamento come semplicemente desideroso di svago tra le danze campestri. Giselle impazzisce di dolore afferra una spada per trafiggersi e morirà di pazzia tra le braccia della madre che scaccia il giovane che, come lei aveva giustamente previsto, ha tradito la fiducia della figlia.
Il secondo atto si svolge nel regno sovrannaturale delle Villi che con Myrtha, loro spettrale regina, accolgono Giselle tra loro. Quando le Villi percepiscono l'avvicinarsi di passi umani esse svaniscono; appare Albrecht che, dolente, posa dei fiori sulla tomba della fanciulla. Ad un tratto gli appare l’immagine evanescente di Giselle ed egli la segue. Sopraggiunge anche Hilarion che però viene subito accerchiato dalle Villi che lo fanno danzare sino alla morte. La stessa sorte toccherebbe anche ad Albrecht, che però viene protetto dall’amore cristiano di Giselle che non è vendicativa come le sue compagne e lo salva facendolo danzare fino all’arrivo dell’alba che dissolverà gli spettri maligni.
La messa in scena dello spettacolo è stata molto organica a partire dai costumi creati da Mario Giorsi e Giusi Giustino: forse quelli delle contadine del primo atto erano un po’ troppo sul rosa e non creavano il sufficiente contrasto con la scenografia dalle tinte autunnali; molto belli quelli dei contadini e dei nobili. Molto curate anche dal punto di vista scenografico le scene del ritorno dalla caccia e la scena della pazzia con i lampi del temporale e le foglie che cadono dagli alberi

Ambra Vallo è stata una perfetta Giselle: tecnica forte, grazia leggiadra e sapiente interpretazione drammaturgia nel primo atto; calma distaccata, ma non algida freddezza nel secondo atto. Ed in questo sta la difficoltà dell’interpretazione del ruolo di Giselle: essere credibili nella scena della gioia della danza e dell’innamoramento è piuttosto naturale, mentre la scena della pazzia richiede quelle doti attoriali che solo le grandi artiste posseggono. Molto bella e tecnicamente perfetta la variazione del primo atto con la diagonale di doppie pirouettes in attitude finite in balance.
Roberto Bolle incarna naturalmente l’ideale del principe, per cui il ruolo gli calza come un guanto. In coppia, nonostante la notevole differenza di altezza, sembrano fatti l’uno per l’altra in questo ruolo e nelle prese lei pare volare, specie nel passo a due del secondo atto dove anche la sua variazione inizia con dei cabriole con gambe altissime.
Bella anche l’interpretazione di Alessandro Macario nel ruolo di Hilarion.
Buona anche la dimostrazione del corpo di ballo sia maschile nel primo atto che femminile nel secondo per la coreografia Coralli-Perrot rivista dal Derek Deane. Particolarmente curato il passo a sei dei contadini: le variazioni sono state generalmente affrontate con discrete capacità tecniche e la variazione maschile in coppia è stata pulita e danzata in perfetta sincronia.
L’unica nota stonata dello spettacolo è stata Myrtha, interpretata da Roberta De Intinis: le discese dalla punta accadevano quasi sempre senza il sufficiente controllo che è caratteristico di questo ruolo ed anche l’interpretazione “da cattiva” lasciava alquanto a desiderare.

Sonia Baccinelli 14 novembre 2004