Recensioni - Cultura e musica

Paolo Conte sotto una pioggia di lampi

Teatro Romano tutto esaurito lunedì sera in occasione dell’apertura del VeronaJazz 2002, dove alle 21:30 è entrato in scena Pao...

Teatro Romano tutto esaurito lunedì sera in occasione dell’apertura del VeronaJazz 2002, dove alle 21:30 è entrato in scena Paolo Conte con tutta la sua orchestra.Un bellissimo colpo d’occhio quello che l’astigiano ha dato al pubblico.Cinque coriste, di cui due di colore, sei fiati, una fisarmonica, un basso, due chitarre, una batteria, un pianoforte e nella seconda parte un quartetto d’archi.

Il baffuto cantautore apre il concerto con la canzone che dà nome al suo musical:”Razmataz”,dove le coriste a tempo di swing si divertono come “piccole ragazzine buffe”.

Paolo Conte alterna molto sapientemente le canzoni che fanno parte del suo musical, con i suoi cavalli di battaglia.

Da Razmataz vengono tratti brani come: “Talent Scoutman”,che comincia con il pianoforte suonato a quattro mani, con le voci a bocca chiusa che sostengono il tema e una voce nera che recita sensualmente, e termina con un veloce ragtime,”Paris, Les Paris”, dove Conte canta in piedi un valzer francese sempre ben colorito di jazz, “Le Reine Noir”cantata in francese, col solo piano , dal seduttivo cantautore fino all’attacco dei fiati che la lega alla “The Black Queen”, sostenuta dalla voce imperiosa della nera Ginger Brew.Le ultime due perle tratte dal musical sono: “It’s A Green Dream” e “Guaracha”,la prima una romantica canzone, la seconda un viaggio al tempo dei compositori di fine ‘800 inizi ‘900.

Viene proposta la jazzatissima “Un Gelato Al Limon”,dove nacchere, chitarra, basso , fisarmonica e pianoforte si incrociano perfettamente sulla linea della melodia.

Paolo Conte rispolvera anche il suo immenso repertorio, e stila canzoni che ormai sono divenute dei classici della musica italiana, dalla swingante “Comedy” ,a “Via Con Me” spezzata in due tempi dalla fisarmonica che respira note in attesa della ripresa del pezzo.L’astigiano propone anche musiche arabeggianti con “Diavolo Rosso”,o “Sotto Le Stelle Del Jazz”che ricorda tanto i brani suonati negli anni ’20 ’30.

Un concerto molto raffinato, con richiami ad Armstrong, Bechet, Gershwin, Reinhardt, ai valzer francesi,ai suoni di strada.

Una orchestra straordinaria, con coriste dotate di voci splendide, hanno dato l’imprit a questa serata, e la voce deformata e gorgogliante di Conte l’ha resa sicuramente indimenticabile.

Un grande direttore d’orchestra, ha saputo cavalcare il jazz, il ragtime, lo swing, fino ai confini della musica leggera.

Il tutto sotto una pioggia di applausi e fulmini che fotografavano l’evento al ritmo di gocce di pioggia dal sapore di jazz.

26/06/02
Francesco Olivieri