Recensioni - Cultura e musica

Parma: inaugurata la stagione sinfonica con Beethoven

La Filarmonica Arturo Toscanini esegue l'ottava e nona sinfonia

Nella splendida cornice dell'auditorium Paganini a Parma si è inaugurata la stagione sinfonica della Filarmonica Arturo Toscanini con un bel concerto dedicato a Ludwig Van Beethoven. Sul podio il direttore principale dell'orchestra, l'inglese di origini indiane Alpesh Chauhan.

Il programma era integralmente dedicato al grande compositore tedesco originario di Bonn, di cui l'anno prossimo ricorrono i duecentocinquanta anni dalla nascita. Nella prima parte del concerto abbiamo ascoltato la sinfonia numero 8 in fa maggiore opera 93. Di esecuzione abbastanza rara è la più corta fra le sinfonie beethoveniane. Il ventottenne Alpesh Chauhan tiene insieme con piglio e decisione l'ensemble, il suo gesto è sempre netto, deciso, a volte quasi rude in particolare nei tempi vivaci. Egli alterna una computazione metrica precisa e scandita di tradizione germanica a più personali abbandoni a gesti più liberi, spesso senza l'ausilio della bacchetta. L'ottava sinfonia si caratterizza per una spiccata classicità nei primi due movimenti, eseguiti in modo preciso. E' nel terzo movimento dove Chauhan ha ottenuto il meglio dall'orchestra parmigiana: nel “Tempo di minuetto” il suo gesto si è smorzato, diventando più delicato ed evanescente e infondendo un valido ritmo di ballabile all'orchestra. I rimandi tematici fra fiati e archi sono sempre ben delineati e la linea melodica si infonde di sonorità accattivanti.

Nella celeberrima nona sinfonia in re minore, il direttore angloindiano è sempre stato molto attento a delineare, quasi a staccare, sonoramente le varie sezioni dell'orchestra, accentuando le pause prescritte, che diventano sospensioni, per poi ricadere quasi bruscamente nella melodia beethoveniana. Anche in questo caso funzionano meglio i tempi cantabili, in particolare il terzo tempo “L'adagio molto cantabile”, dove il direttore riesce ad ottenere dall'orchestra sonorità brillanti e omogenee in tutti i registri. Qualche difficoltà si è registrata sul secondo movimento il “Molto Vivace”, dove le concitate parti d'insieme non sempre godevano di un amalgama impeccabile.

Tutto il pubblico attendeva l'ultimo tempo: Finale. Presto. Allegro assai. Recitativo e coro sull'ode “An die Freude” di Schiller. In questo tempo l'orchestra ha dato il meglio di sé, specialmente nelle sezioni singole: grande amalgama per contrabbassi e viole e ottimo apporto della sezione ottoni. Una bella prova anche per il Coro del Teatro Municipale di Piacenza, diretto da Corrado Casati, che si è dimostrato capace di estrema compattezza e precisione sonora. Fra i solisti, tutti validi e professionali – Leah Partridge, Daniela Pini, Thomas Tatzl – spiccava per l'ottima vocalità il giovane tenore Patrik Reiter.

La grande musica di Beethoven ha trascinato l'uditorio regalando per questa inaugurazione una serata musicale di vivo successo.

(R. Malesci 09/11/19)