Resoconto di una serata indimenticabile con l'icona della musica italiana
Un'aria leggermente aspra, quasi a mordere gli entusiasmi, non ha certo intimorito i fans giunti a Verona, e lei, da grande artista, attorniata da bravi musicisti, si è concessa per un concerto da ricordare. Ventuno canzoni in scaletta, scelte nel vasto repertorio della sua quarantennale carriera. Si accendono le luci e lei appare minuscola e bionda: un'ovazione sale al cielo come una liberazione. Partono anche le chitarre per "Dai sali su" e il pubblico si scalda, comincia a muoversi. Dopo un paio di canzoni una piccola pausa per raccontare che lei da bambina ci era già stata, un piccolo cignetto, su quel palco famoso in tutto il mondo, con il balletto della scuola. I musicisti si muovono dietro di lei con la voglia di suonare e lei li ricambia con la sua voce inconfondibile; è in serata, Nicoletta, si vede, si sente, e dispiaciuta dice, peccato che siate tutti seduti, vi vorrei qui, tutti intorno a me, scatenati.
Un sorso d'acqua e si siede al piano per un tris di canzoni da antologia "Pazza idea", "Se perdo te", "Piano e voce", e quell'interpretare che la rende unica, e sul finale di "Tutt'al più" fa saltare tutti in piedi per applaudire. Ci ha messo l'anima per cantarla ed è il punto magico del concerto, un'Arena stracolma di gente in piedi, e a lei, un po' emozionata, esce un "Grazie, vi amo".
Ma non è finita, arriva "La bambola" con nuovi arrangiamenti, e tutti a ballare, gruppi dalla platea corrono verso il palco e in pochi attimi, l'ordinato pubblico si trasforma in una moltitudine scomposta, una platea come sull'erba di uno stadio. Siamo li davanti per assaporare le ultime canzoni, e Patti, felice, grida "perché non l'avete fatto prima!".
Una grande interprete, non potente vocalmente ma brava e preparata nel sopperire a ciò, con canzoni mai banali e capaci di resatre nel tempo. Sul palco si muove come una ragazzina ribelle, come lo è sempre stata del resto.
Definirla è scontato, ma non lo è dicendo, dopo questo concerto veronese che sicuramente moderna, si, lo è a 60 anni suonati c'è ancora voglia di ricerca, di sperimentarsi... e in "Angelus" ripete più volte io e le donne come me aspettiamo miracoli, oppure nella Bambola, provocante, dice no ragazzo no tu non mi metterai fra le 10 bambole che non ti piacciono più. Dopo il bis, con la mano sul cuore, salutando, ha gridato "siete bellissimi" e il suo pubblico ha rispoto "Grazie Patty"... alla prossima.