Recensioni - Cultura e musica

Per Tosca all’Arena sfavilla la vocalità in uno spettacolo classico

Per il suo quarto titolo estivo la Fondazione Arena di Verona ha riproposto Tosca di Giacomo Puccini puntando nuovamente sul vecch...

Per il suo quarto titolo estivo la Fondazione Arena di Verona ha riproposto Tosca di Giacomo Puccini puntando nuovamente sul vecchio allestimento di Giuliano Montaldo con le scene di Luciano Ricceri.

L’allestimento, pur risultando accattivante allo sguardo per la bella scenografia e per le retroproiezioni di quadri della grande arte italiana rinascimentale, ha tuttavia rinnovato tutte le perplessità degli anni scorsi per quanto riguarda la regia e le disposizioni sceniche che anziché migliorare sono andate peggiorando nella ripresa di Carlo Ceschel. Al di là dei banali movimenti del coro, i cantanti sono stati lasciati praticamente a se stessi. Se un mostro sacro del palcoscenico come Ruggero Raimondi si salva sempre perché in grado di costruirsi un personaggio a tutto tondo anche dal punto di vista della recitazione, gli altri cantanti riproponevano uno stilema recitativo degno della più retriva tradizione. I brutti costumi di Elisabetta Montaldo non aiutavano certo a risollevare le sorti sceniche della rappresentazione.

Peccato perché dal punto di vista vocale la serata è stata decisamente soddisfacente con una brava Daniela Dessì che tratteggia una Tosca sanguigna e appassionata supportata da una vocalità sempre salda e timbrata. Fabio Armiliato proponeva una Cavaradossi corretto e generoso anche se particolarmente impacciato scenicamente. Ottima anche la prova vocale di Ruggero Raimondi che, a dispetto degli anni che passano, si impone con il suo Scarpia malvagio e cinico riuscendo a convogliare al vasto pubblico dell’anfiteatro una vastissima gamma di emozioni, dalla bramosia sessuale verso Tosca, alla sete di potere, al bigottismo di maniera. Tosca è un’opera che va sì cantata ma soprattutto recitata e la maestria di Raimondi offuscava letteralmente i pur ottimi colleghi che con lui in scena sparivano risucchiati dal magnetismo del grande cantante-attore.

Nel buon cast di comprimari spiccava, per assoluta adesione al personaggio e una vocalità perfetta, Luca Casalin come interprete di Spoletta. Raramente ci è capitato di ascoltare questa parte ricoperta con tale dovizia di mezzi vocali e con questa raffinatezza interpretativa. Unico neo musicale della serata la pesante direzione orchestrale di Giuliano Carella che non ha reso certo onore alla partitura accontentandosi della più retriva routine agostana.

Grande successo per tutti gli interpreti a fine serata.

R. Malesci
(21 Agosto 2002)