
I Drei Orchesterstücke di Berg e la Lemminkäinen Suite nel programma offerto al Grande con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
All’interno del cartellone di manifestazioni per Brescia e Bergamo Capitali della Cultura, il Teatro Grande ha ospitato l’unica data di tournée del concerto conclusivo della stagione 2022/23 dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino diretto dal Maestro Kirill Petrenko. Un evento straordinario che ha consentito di ascoltare anche a Brescia una formazione eccellente per tecnica e qualità del suono, al punto che se anche in Italia esistesse, come negli Stati Uniti, il gruppo delle “Big Five Orchestras”, sicuramente l’orchestra RAI ne farebbe parte.
Il programma presentava due brani di rara esecuzione ovvero i Drei Orchesterstücke op. 6 di Alban Berg e la Lemminkäinen Suite op. 22 di Jean Sibelius.
Con grande competenza e disponibilità (l’umiltà dei grandi!) il Maestro Petrenko prima dell’inizio vero e proprio del concerto è salito sul podio per illustrare, in ottimo italiano, la partitura di Berg, facendo ascoltare alcuni brevi incisi eseguiti dall’orchestra preceduti dalle sue spiegazioni, permettendo così al pubblico di addentrarsi più agevolmente in una composizione di grande complessità e facendo tornare la memoria dei meno giovani alle storiche lezioni-concerto di Leonard Bernstein.
Scritti tra il 1914 ed il 1915, quindi allo scoppio della Grande Guerra, i Drei Orchesterstücke costituiscono la rappresentazione di Berg dell’Impero che si sta disfacendo e quindi di un’epoca giunta al termine. Da qui i legami che il compositore intreccia con temi di musicisti precedenti -Mahler in particolare- che vengono però rielaborati, quasi disgregati in forme musicali che trasmettono il disagio e la disillusione dell’epoca, fino al lapidario colpo di martello che conclude il terzo brano “Marsch” e si pone come una sorta di cesura netta tra tutto quanto c’è stato prima e quanto verrà dopo.
Meno impegnativa all’ascolto ma ancor più desueta nei programmi dei concerti, la Lemminkäinen Suite consta di quattro movimenti di cui solo il terzo “Il cigno di Tuonela” gode di una discreta popolarità. Ispirata al poema epico Kalevala la suite non ha alla base una vera e propria idea drammaturgica ed il linguaggio estremamente lirico di Sibelius si distanzia da quello dei poemi sinfonici veri e propri, tant’è che i singoli brani, in cui epica e contemplazione si compenetrano, verranno definiti “Leggende”.
Dopo la lezione dal punto di vista “didattico”, Petrenko ha regalato una straordinaria lezione musicale, affrontando le partiture con il suo stile analitico, attentissimo al dettaglio ed ai pesi sonori ma allo stesso tempo mai accademico o fine a sé stesso, anzi, sempre finalizzato ad un costante fluire di musica pura, che meraviglia, soggioga e conquista il pubblico come solo a lui riesce.
Impeccabile l’orchestra nel complesso equilibrio di timbri che richiede la partitura di Berg, ma anche nelle più distese e poetiche melodie di Sibelius -un applauso speciale lo merita il corno inglese nel “Cigno di Tuonela”- a sottolineare un’intesa con il maestro siberiano che si è saldata nel corso degli anni e delle ripetute frequentazioni.
Un concerto straordinario, entusiasmante, applauditissimo, che sicuramente avrebbe meritato maggior attenzione da parte del pubblico bresciano che riempiva ma non esauriva (come invece avrebbe meritato) il Teatro Grande.