Recensioni - Cultura e musica

Piacenza: Due grandi voci per un Verdi sotto le stelle

Francesco Meli e Luca Salsi in concerto per la Fondazione Teatri

È il Verdi della maturità il protagonista del concerto che sabato 4 luglio ha segnato l’inizio delle attività musicali della Fondazione Teatri di Piacenza ed ha visto, nella suggestiva cornice di Palazzo Farnese, ridimensionato nella capienza a causa delle norme di sicurezza anti Covid, due artisti di prima grandezza, quali Francesco Meli e Luca Salsi. Il raffinato percorso di arie e duetti si è dipanato attraverso un periodo che andava dal 1859, anno di Un ballo in maschera al 1887, debutto di Otello.

Il programma si è aperto con Don Carlo, capolavoro tormentato di cui esistono almeno quattro diverse versioni rappresentabili, di cui abbiamo ascoltato le due arie “Io la vidi e il suo sorriso” e “Io morrò ma lieto in core” intervallati da una trascinante esecuzione del duetto “Dio che nell’alma infondere”in cui i due cantanti hanno dato prova di grande affiatamento e sensibilità interpretativa. Dopo una breve pausa dedicata ad uno studio di Skrjabin, eseguito dal pianista Davide Cavalli, valente accompagnatore della serata, Francesco Meli con il suo timbro morbido e screziato ha cesellato “Ma se m’è forza perderti” dal Ballo in maschera. Ha quindi fatto seguito il duetto “Invano Alvaro ti celasti al mondo” dalla Forza del Destino, del quale i due artisti hanno regalato un’interpretazione ricca di pathos, facendo rimpiangere l’assenza di altre pagine significative dell’opera quali “O tu che in seno agli angeli” o “Son Pereda son ricco d’onore”.

Dopo un secondo intervallo pianistico con i Funérailles di Liszt il concerto si è avviato alla conclusione addentrandosi nelle ardite pagine di Otello, impegnativo banco di prova ottimamente superato dai due artisti nel pieno della loro maturità vocale. Se Salsi ha sfoggiato il suo timbro imponente e brunito nel “Credo” e sottili mezze voci nel duetto del secondo atto, Meli, con grandissima intelligenza interpretativa, ha brillantemente risolto un ruolo che attualmente sarebbe ancora ai limiti del suo repertorio.

Ben tre i bis offerti al pubblico che hanno visto i due cantanti passare con estrema disinvoltura dalle tinte corrusche di Otello alle atmosfere solari della Siviglia del Barbiere di Rossini di cui abbiamo ascoltato il mercuriale duetto del primo atto e un trascinante “Largo al factotum” per concludere con lo struggente lirismo di “Una furtiva lagrima” dal donizettiano Elisir d’amore.

Grande successo di pubblico, scandito da ripetuti applausi e chiamate alla ribalta.