Recensioni - Cultura e musica

Piazza Loggia accoglie Fabrizio Moro un grande cuore rock

Quarto appuntamento del Brescia Summer Festival

Il quarto appuntamento del Brescia Summer Music organizzato da Cipiesse in collaborazione con Gruppo WISE e Stam, dopo Fabri Fibra, Frah Quintale e i Baustelle, porta a Brescia in Piazza Loggia Fabrizio Moro, alla sua terza data del tour 2018.


L’aria che si respira in Piazza Loggia, piena a metà mezz’ora prima del concerto, è molto famigliare. Pubblico di tutte le età, inclusi bambini di pochi mesi. Fans che cantano a squarciagola cori da stadio.
Fabrizio Moro, 43 anni, 22 di carriera. Un professionista affermato. Eppure, quando arriva sul palco sembra di vedere un ragazzone, uno di quelli ingabbiati in un corpo cresciuto troppo in fretta. Salta da una parte all’altra del palco quasi a voler raggiungere ogni singolo spettatore venuto per lui, per la sua musica e le sue parole.

Fabrizio Moro che il 16 giugno ha riempito lo stadio Olimpico di Roma con il concerto che ha dato il via al tour estivo (19 date che coprono tutta la penisola da nord a sud compresa la Sicilia) senza avere da promuovere un nuovo album, ma semplicemente per la gioia di chi lo segue da sempre, ripercorre la sua carriera, partendo dall’album “Parole, rumori e anni” uscito a febbraio.

Fabrizio Moro è stato paragonato a Bob Dylan. Certo è che Fabrizio Moro è un poeta, i suoi testi sono forti, espressivi e in ogni canzone nulla di scontato. Immagini che trasmettono il sentimento e che coinvolgono il pubblico. Siamo ad un concerto rock, ma in realtà le sue canzoni hanno basi musicali a volte molto differenti e lontane e i nuovi arrangiamenti non coprono l’originalità della struttura dei testi e non impediscono al pubblico di cantare tutte le oltre 27 canzoni che ci regala questo professionista che non si ferma mai in oltre due ore di concerto.

I pochi interventi sono per ringraziare Brescia e il suo pubblico e per annunciare con qualche parola qualche canzone, come “Fermi con le mani” scritta alla notizia della morte di Stefano Cucchi. Particolarmente intenso in acustica il brano prestato a Noemi “Sono solo parole”. La voce di Fabrizio Moro è veramente unica, graffiante e contemporaneamente limpida e dolce a seconda di come la usa. La sensazione è che se si potesse rimanere a cantare, senza amplificatori, ma insieme al pubblico lo farebbe, ma puntuale alle 23,30 dopo altre quattro canzoni, il concerto termina. Lui e i professionisti che con lui hanno suonato si inchinano a ringraziare il pubblico. Siamo noi a doverci inchinare Fabrizio e ringraziarti per averci regalato la tua vita, la tua persona e la tua anima nelle tue canzoni.

Valeria Bisoni  15/07/18