Recensioni - Cultura e musica

Prokof’ev e Mahler per la Staatskapelle di Dresda

L’orchestra sassone inaugura l’edizione 2018 del Settembre dell’Accademia diretta da Alan Gilbert ed accompagnata dalla violinista Lisa Batiashvili

La più antica, ed una delle più blasonate orchestre europee, che può vantare tra i suoi direttori nomi del calibro di Carl Maria Von Weber, Johan Adolf Hasse e Richard Wagner, oltre ad aver tenuto a battesimo alcuni tra i più importanti titoli di Richard Strauss, è tornata, dopo dieci anni, ospite del Settembre dell’Accademia. Se nel 2008 la Staatskapelle di Dresda, accompagnata dall’allora direttore musicale Fabio Luisi e dal pianista Rudolf Buchbinder, aveva eseguito solo autori tedeschi, questo nuovo concerto ha visto protagonisti Sergej Prokof’ev e Gustav Mahler.

 

Del primo è stato eseguito il secondo concerto per violino e orchestra, solista la violinista Lisa Batiashvili, mentre del secondo la prima sinfonia. Entrambi i brani hanno visto sul podio Alan Gilbert, per otto anni Direttore Principale della New York Philharmonic ed ora alla testa della NDR Elbphilharmonie di Amburgo.

 

Nell’interpretazione del secondo concerto di Prokof’ev la Batiashvili dà prova di tutta la sua eccezionalità dal punto di vista tecnico ed interpretativo. Il suono è sempre nitidissimo, senza la benché minima sbavatura, ed allo stesso tempo ricco di armonici e di espressività. Queste caratteristiche emergono soprattutto nel secondo movimento, che costituisce il cardine della composizione, il cui lirismo risalta in maniera assoluta. Non da meno sono allegro iniziale e soprattutto l’allegro ben marcato che costituisce il terzo movimento, resi con grande virtuosismo ed altrettanta eleganza. Al suo fianco, quella perfetta compagine orchestrale che è la Staatskapelle, grazie anche alla lunga frequentazione con il direttore Alan Gilbert, entra in perfetta simbiosi con la solista contribuendo ad un’esecuzione di grande levatura. Al termine della prima parte, come una sorta di omaggio alla città ospite, La Batiashvili ha eseguito una riduzione della Danza dei cavalieri da Romeo e Giulietta sempre dello stesso Prokof’ev, nella quale il violino solista si faceva carico di tutta la sezione normalmente eseguita dai primi violini.

Nella seconda parte l’orchestra sassone, a ranghi completi, ha avuto modo di esibirsi in una eccellente esecuzione della prima sinfonia di Gustav Mahler. Il direttore Gilbert ha optato per una lettura estroversa, in cui tensione e meticolosa analisi dell’ordito orchestrale si fondevano con una grande luminosità e ricchezza di colori, emerse soprattutto nel secondo movimento, in cui affiorava la spensierata gioiosità del ländler, e nel quarto in cui la Staatskapelle dava prova di tutta la sua versatilità e ricchezza di accenti. Introspettiva ma ricca di sfumature e di grande espressività la marcia funebre sul tema di Fra Martino che costituisce il secondo movimento. Non dimentica dei grandi musicisti che l’hanno diretta in passato, l’orchestra ha salutato l’entusiasta pubblico veronese con il preludio del terzo atto di Lohengrin di Richard Wagner offerto come bis.

Davide Cornacchione 6 settembre 2018