Recensioni - Cultura e musica

Recanati: Una serata con la Form e Piovano nel ricordo di Bosso

La stagione sinfonica della Form fa tappa al teatro Persiani di Recanati con un particolare omaggio al compositore e direttore Ezio Bosso

Ai primi di febbraio del 2020 Bosso diresse l’Orchestra Filarmonica Marchigiana nei teatri di tre città delle Marche (Montegranaro, Ancona e Pesaro) in quello che fu il suo ultimo concerto pubblico prima della morte, che lo colse nella sua casa di Bologna il 14 maggio dello stesso anno. Accanto a Bosso si esibì allora, in veste di oboe solista per l’esecuzione del Concerto per oboe di Strauss, Francesco Di Rosa (attuale direttore artistico della FORM) con cui il compositore aveva un forte legame anche sul piano affettivo.

Nel programma musicale di questo concerto oltre alle composizioni di Bosso, c'è la Settima Sinfonia di Beethoven opera molto amata dal maestro, che diresse il 14 marzo 2018 all’Aula Magna dell’Università Politecnica delle Marche, salendo per la prima volta sul podio dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana.

Maestro concertatore della serata è stato Luigi Piovano che nel primo brano "The Sea Prayer" (2006) oltre a dirigere ha suonato il violoncello nella parte solista. Fra i tre presentati è il più lirico e cantabile, con parti estremamente poetiche e suggestive.
Il violoncello dialoga con l'orchestra d'archi seguendo lo schema classico della forma concerto per orchestra e strumento solista, pur svolgendosi in un solo movimento. La capacità di dar risalto alle dinamiche del maestro Piovano ci regala un ascolto di grande lirismo, grazie anche al suono limpido ed avvolgente del suo strumento. "The sky seen from the moon" (2008) per soli archi è tutto giocato sulla ripetizione "ossessiva" di poche note che sono eseguite dal primo violino e via via passano fra quasi tutti gli strumenti dell'orchestra. É un brano dal carattere moderno, che troviamo spesso espresso da maestri contemporanei, come il pianista Einaudi, per citarne un esempio. "The way of 100 and 1 comet" (2008) ha un ricco scambio fra i vari strumenti dell'orchestra d'archi . L'atmosfera è a volte cupa ed evocativa, tra pizzicati, ostinati e un interessante gioco di dinamiche.

In chiusura di serata la "Sinfonia n. 7 in La maggiore Op 92" di Ludwig van Beethoven, composta fra il 1811 e il 1812, eseguita per la prima volta l'8 dicembre 1813 a Vienna.
Richard Wagner in "L'opera d'arte dell'avvenire" la descrive così: "La sinfonia è l'apoteosi della danza, è la danza nella sua suprema essenza, la più beata attuazione del movimento del corpo quasi idealmente concentrato nei suoni. Melodia e armonia si mescolano nei passi nervosi del ritmo come veri esseri umani. Beethoven nelle sue opere ha portato nella musica il corpo, attuando la fusione tra corpo e mente". La sinfonia n 7 è formata da quattro movimenti: Poco sostenuto - Vivace, Allegretto, Scherzo: Presto - Trio: Assai meno presto, Allegro con brio. Presenta tutte le caratteristiche beethoveniane, sia a livello formale che espressivo. Le grandi dimensioni dell'orchestra consentono uno svolgimento sempre ricco di suono, col dialogare continuo fra le parti.

Piovano esprime il senso della sinfonia con grande energia e metronomi appropriati. Ogni sezione riesce, sotto la sua bacchetta sicura e scattante, a valorizzare le capacità espressive, soprattutto delle prime parti orchestrali e ad interagire al meglio con le altre.
Ne risulta una esecuzione accurata e filologicamente ineccepibile.

Una piacevole serata nel ricordo di un personaggio ancora tanto amato dal pubblico con la sua musica sognante e con quella sublime del maestro tedesco.

Marco Sonaglia (Teatro Persiani-Recanati 27 marzo 2025)