Recensioni - Cultura e musica

Rigoletto commosso e commovente al Teatro Grande di Brescia

Ivan Inverardi e Irina Dubrovskaya interpretano straordinariamente Rigoletto e Gilda

Rigoletto, trae spunto dal dramma di Victor Hugo “Le Roi s’amuse” ed insieme a Trovatore e Traviata fa parte di quella che viene spesso definita la “trilogia popolare” di Verdi. L’opera è ambientata a Mantova nel XVI secolo, anche se la connotazione spazio-temporale ha poca importanza, dato che Verdi evita volutamente di individuare luoghi e personaggi con precisione per evitare la censura. A tal fine, al Duca di Mantova non viene nemmeno dato un nome di scena e resta genericamente il Duca. La scelta di mettere al centro dell’opera un servitore gobbo e deforme, anziché un uomo ricco e potente è quanto di più romantico ci possa essere: l’antieroe per eccellenza.
Rigoletto è un uomo che da tempo ha perso la donna che amava ed è un padre che adora l’unica figlia che ha e che è così diversa da lui da sembrare un angelo. Gilda è il suo unico bene e, per lei, come tutti i genitori, desidera una vita migliore di quella che lui ha avuto e sta vivendo.
Il primo atto si apre con la celebre aria del Duca che canta “Questa o quella per me pari sono” che è esattamente l’opposto di ciò che pensa Rigoletto per sua figlia che è per lui unica ed insostituibile e quindi mai vorrebbe che cadesse nelle braccia di un simile uomo. Il Duca sta corteggiando la Contessa di Ceprano, anche se pensa a Gilda che da tempo segue all’uscita dalla chiesa. Rigoletto arriva a palazzo e si fa beffe del marito geloso della Contessa. I cortigiani intanto scoprono l’esistenza di Gilda e pensano che sia l’amante di Rigoletto, così meditano di fargli uno scherzo e di prendersi gioco di lui come il buffone fa sempre con loro.
Ed ecco un altro elemento tipicamente romantico: quello della maledizione. Il Conte di Monterone accusa il Duca di aver sedotto sua figlia e Rigoletto lo prende in giro e lo schernisce, inducendo così il Conte a maledirlo dato che il buffone si permette di giocare coi sentimenti di un padre ferito. Il tema della maledizione si ripropone immediatamente dopo nella scena con Sparafucile, sinistramente impersonato da Eugeniy Stanimirov Iossifov.
Tra i momenti più intensi della serata vanno senz’altro ricordati tutti e tre i duetti Rigoletto-Gilda rispettivamente interpretati da Ivan Inverardi e Irina Dubrovskaya. La Dubrovskaya è stata davvero eccezionale  nel duetto “è il sol dell’anima” del primo atto e in “v’ho ingannato, colpevole fui” del terzo: il teatro è ammutolito per lasciare vibrare le corde dell’anima di Gilda. Ivan Inverardi, bravissimo sia come cantante che come attore, ha saputo dare una perfetta intensità al personaggio a partire dal suo primo duetto con Gilda, dove si è dimostrato davvero molto affettuoso e paterno. Canterellando il “la la la” del secondo atto a palazzo nel momento in cui deve dissimulare il dolore per il rapimento della figlia, le sue doti di attore si sono rivelate superbe, fino ad indurre poi il pubblico a chiedere il bis (purtroppo non concesso) alla fine del secondo atto con “Sì, vendetta, tremenda vendetta!” cantato magistralmente.
Meno in parte, anche se vocalmente senza sbavature, Piero Pretti che vestiva i panni del Duca. La sua interpretazione soffriva talvolta di poca disinvoltura e di insufficiente sfrontatezza, che sono invece le note tipiche di un uomo di mondo.

Sonia Baccinelli 9 ottobre 2011


Rigoletto ha aperto la stagione lirica del teatro Grande di Brescia riscuotendo davvero un grande e meritato successo. Il celebre melodramma romantico è stato  curato in tutti i dettagli dell’allestimento ed il pubblico non ha tardato ad accorgersene. Cantanti bravissimi, costumi ricchi oltre che colorati, e scene semplici, ma curate hanno reso la serata davvero speciale.