Recensioni - Cultura e musica

Roma: riuscito Lago dei Cigni al Teatro dell'Opera

Sotto la direzione del Maestro Nir Kabaretti una bella edizione del Lago dei Cigni da Marius Petipa e Lev Ivanov all’Opera di Roma con la coreografia di Benjamin Pech, scene e costumi di Aldo Butti, luci Vinicio Cheli.

Con musica di Tchaikowsky, coreografia di Julius Wenzel Reisinger, libretto di Vladimir Petrovic Begičev (basato a sua volta sulla fiaba tedesca Der geraubte Schleier - Il velo rubato, seguendo il racconto di Jophann Karl August Musäus), il Lago dei cigni andò in scena per la prima volta al teatro Bolshoi di Mosca il 20 febbraio 1877. Questa prima rappresentazione non fu un gran successo per via di una serie di problemi tecnici: l’orchestra ed il suo direttore erano dei semi dilettanti e la partitura si rivelò troppo complessa. Il corpo di ballo non fu all’altezza per carenze tecniche mentre le protagoniste avevano un età troppo avanzata. Dopo la morte del compositore, nel 1895, l’intera composizione finì nelle mani di Marius Petipa, coreografo del precedente balletto di Tchaikowsky La bella addormentata e di Lev Ivanov che nel corso di varie rappresentazioni la portarono gradualmente ad assumere le sue forme moderne, consacrandola per sempre tra le opere musicali più importanti in assoluto. Questo rinato Lago dei cigni ebbe la sua prima nuova rappresentazione il 5 gennaio 1895 presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e da allora ha subito tante modifiche ed adattamenti, riguardanti anche l’ordine e l’organizzazione dei vari brani. In questa rappresentazione è stata scelta la suddivisione in un prologo e quattro atti. Anche il finale ha subito diverse modifiche nel corso del tempo. In questa rappresentazione la scena finale vede Sigfried lottare con Rothbart ed al culmine del duello colpire Odette per errore con una freccia sparata dalla propria balestra provocandone la morte.

Venendo nel dettaglio dell’esecuzione, il balletto si è aperto con la consueta introduzione: risuona il tema di Odette ancora principessa, in un giardino incantato, reso da una scenografia molto suggestiva e ricca di atmosfera, resa anche tramite una foschia che avvolge tutto il palco. Mentre la principessa passeggia, il perfido Rothbart la strega trasformandola in un bellissimo cigno.

Il primo atto si apre con i festeggiamenti al palazzo reale per il compleanno del principe Sigfried con il celeberrimo valzer, i passi a tre e i passi a due e naturalmente il tema del cigno a chiusura. In particolare, ci ha colpiti il valzer iniziale con una coreografia molto ricca e coinvolgente.

Le scene del secondo atto presso il lago sono sicuramente molto suggestive: il fondale rappresenta le placide acque di un lago al crepuscolo con al centro un’isola che ricorda molto la celebre Isola dei Morti del pittore svizzero Arnold Böcklin. I giochi di luce dietro al fondale creano effetti davvero suggestivi ancorché appena accennati. Molto belle le danze dei cigni con coreografie interessanti: giochi di simmetrie tra le fila dei cigni nascondono e poi mostrano Odette al principe. Bella anche la celebre danza dei piccoli cigni, che ha seguito lo schema coreografico classico (brave le esecutrici).

Il terzo atto ci riporta ancora al palazzo del principe, per la scelta delle pretendenti al trono. Qui la scenografia mostra il dorato interno di un palazzo dalle fattezze fiabesche tra meravigliosi lampadari di sfere di cristallo e colonnati moreschi. L’entrata del cigno nero Odile, accompagnata da Rothbart , sconvolge la scena con il principe che sembra cadere nella trappola ordita dal mago con lo scopo di farlo allontanare da Odette. Molto suggestive le varie danze tradizionali, tra cui la famosa danza spagnola e la bellissima danza russa. Una menzione va qui fatta al violinista che ha eseguito l’accompagnamento di questa danza molto suggestiva.

Il quarto atto ci riporta ancora una volta nella foresta fuori dal castello, nei pressi del lago incantato dove vivono i cigni di Rothbart. Il maestro Nir Kabaretti ha saputo qui ricreare perfettamente il crescendo musicale che porta all’apoteosi finale con la morte di Odette. Particolarmente bella la coreografia del veemente duello finale tra Sigfried e Rothbarth che si conclude con la morte del cigno e la partenza dei cigni.

La direzione del balletto è stata di buon livello. Una menzione al violino per la splendida esecuzione solistica nella danza russa del terzo atto. Molto belle le scenografie che hanno saputo rendere tutto il fascino misterioso della fiaba anche con effetti speciali interessanti. Belli i costumi, a cura di Aldo Butti e la coreografia di alto livello di Benjamin Pech con protagonisti d’eccezione. In particolare Odette/Odile, interpretata da Susanna Salvi, Benno (interpretato da Walter Maimone) ed il Principe Sigfried (Claudio Cocino).

L’accoglienza del pubblico è stata molto buona, con frequenti applausi sia durante la rappresentazione che nella passerella finale. Complessivamente una rappresentazione del balletto di alto livello.