Recensioni - Cultura e musica

Roméo et Juliette di Gounod all’Arena di Verona

Irina Lungu e Giorgio Berrugi magici interpreti della più grande tragedia d’amore

Magnifica prima l’8 agosto in Arena con il ritorno del Roméo et Juliette di Gounod. L’inizio con il coro schierato nei tre livelli dell’imponente scenografia firmata Edoardo Sanchi è stato di grande impatto visivo, oltre che naturalmente musicale. La struttura ricorda vagamente quella circolare del Globe di Londra. Anche i colori scelti, con la predominanza del nero e rosso tagliati dal bianco richiamavano immediatamente il destino di sangue e di morte dei due giovani amanti che si incontrano con la gioia e la purezza della prima volta.

Il primo atto è iniziato con la celebre festa in casa Capuleti e l’ingresso della giovane Juliette è stato davvero frizzante accompagnato dal balletto che vedeva schierato il corpo di ballo della Fondazione Arena. Irina Lungu, partita un po’ fredda è via via cresciuta nel corso della serata registrando un grande successo personale. Bravo e convincente da subito Giorgio Berrugi la cui voce potente e calda ha coinvolto non solo la bella Juliette. Nel primo atto si sono susseguiti vari “colpi di scena” che hanno davvero impressionato il pubblico a cominciare dalla costruzione a torre che fa avanzare il padrone di casa, fino ad una specie di Batmobile che prende fuoco facendo sentire il calore delle fiamme a metri di distanza.
L’ouverture del secondo atto, quella per la quale il Maestro Daniel Oren ha giustamente preteso dal pubblico il silenzio assoluto, è stata un capolavoro di atmosfera. Le note di Gounod, tenute sulle corde più alte del cuore, salivano dalla buca dell’orchestra intanto che le luci in quota si accendevano riempiendo la cavea sino a metà. Dolcissima la scena dei due amanti al balcone con le colombe che tubano intorno a loro. Nel corso della vicenda, tutti i duetti dei protagonisti sono meravigliosi, a cominciare dall’incontro tra i due giovani, per giungere a questa celeberrima scena del balcone. O nuit divine! è una perla musicale che Irina Lungu e Giorgio Berrugi hanno cantato facendo passare tutto il sentimento e la tenerezza del primo amore. Dolcissimo anche Nuit d’hyménée, altro magistrale esempio della raffinatezza compositiva di Gounod. Infine, la perla di stile del compositore francese: Salut, tombeau sombre et silencieux! che ha tenuto il pubblico col fiato sospeso sia per la bravura degli interpreti, sia per l’eccezionale resa plastico pittorica della scena che sembrava un quadro vivente di una natura morta.
Interessante anche la scenografica per la celebrazione del matrimonio segreto: la struttura circolare si ispira certamente alle vetrate policrome delle cattedrali gotiche francesi, anche se all’inizio ha sortito più l’effetto di una pallina natalizia. D’effetto anche le due semisfere preparate per il duello tra Tybald e Mercutio, il potente baritono Michael Bachtadze, che ha interpretato con grande vigore la sua scena Mab, la reine des mensonges cantando anche con il giusto tocco di “cattiveria”.
L’opera di Gounod rispecchia pienamente il modello della tragedia shakespeariana con la divisione del libretto in cinque atti. L’ unica differenza significativa è l’aggiunta del personaggio Stefano, il paggio di Romeo, che nel terzo atto canta la bellissima canzone Que fais-tu, blanche tourterelle destinata a scatenare il duello tra Tebaldo e Mercuzio. Stefano, è stato interpretato Nino Surguladze, che ha fornito una buona prova. L’altra grande differenza rispetto alla tragedia scritta dal bardo, sta nel fatto che i due amanti riescono a rivedersi per qualche attimo sulla pietra che funge da letto di morte; in questa scena il libretto ricalca il finale teatrale dell’opera di Teophilus Cibber e David Garric, proprio per permettere ai cantanti un meraviglioso duetto finale.
Infine bravo anche Frère Laurent, Giorgio Giuseppini, nel suo duetto del quarto atto con Juliette: voce profonda e sicura, come si addice ad un prelato che vuole sì convincere dal pulpito, ma con la dolcezza dell’amore divino e fraterno.
Tre ore sono volate e lo spettacolo ha appagato sicuramente vista ed udito: i cori di Gounod non sono certo quelli di Verdi, ma ben si adattano allo scenario areniano. Repliche il 21 agosto e 3 settembre.

Sonia Baccinelli  Sabato 8 agosto 2015