Recensioni - Cultura e musica

Rossini, Mozart e Beethoven per il Kapellmeister Barenboim

Daniel Barenboim alla testa della Filarmonica della Scala inaugura il Settembre dell’Accademia tradendo nello stile la sua formazione mitteleuropea.

Il programma presentato, che a prima vista poteva sembrare impaginato secondo la più prevedibile delle tradizioni, conteneva invece alcune proposte abbastanza desuete. È vero infatti che i nomi di Rossini, Mozart e Beethoven vengono puntualmente associati al grande repertorio, ma l’ouverture da Semiramide e il Concerto per pianoforte e orchestra n.26 “Dell’Incoronazione”non sono composizioni che si ascoltano così di frequente in una sala da concerto, almeno non così di frequente come la Terza sinfonia di Beethoven che concludeva la serata.
Della partitura rossiniana scelta come apertura Barenboim ha sottolineato come questa sia lontana dall’essere una delle tante ouverture “di circostanza”, ma come, al contrario, possa vantare una struttura compositiva di grande raffinatezza. Ciò si è tradotto in una lettura che ha in parte rinunciato allo smalto ed alla brillantezza spesso associate alle esecuzioni del pesarese (non dimentichiamo che Semiramide è pur sempre di un dramma) e si è mostrata più attenta agli aspetti formali, esibendo sonorità più massicce e pronunciate, per certi versi riconducibili ad un gusto esecutivo un po’ “tedesco”.
Diametralmente opposta l’atmosfera del secondo brano in programma, ovvero il Concerto per pianoforte e orchestra K 537 di Mozart. In questo caso Barenboim, direttore e solista, ha accentuato l’aspetto intimista della composizione, giocando su atmosfere più raccolte, per certi tratti malinconiche che forse un po’ si perdevano nell’ampia sala del Filarmonico.
Il Kapellmeister si è però riaffacciato nella seconda parte interamente dedicata alla Sinfonia n.3 di Beethoven, di cui è stata offerta un’interpretazione monumentale ma allo stesso tempo molto sorvegliata. L’organico orchestrale, di parecchio aumentato, sprigionava un suono robusto, massiccio, teso ad accentuare il tono epico che l’appellativo di “Eroica” racchiude, pur non andando mai a discapito della cura e dell’attenzione nel cesellare ogni singola frase.
Ottima la risposta dell’orchestra che ha perfettamente assecondato il direttore in quello che può essere considerato un assaggio dell’integrale sinfonica beethoveniana che avrà luogo alla Scala nei prossimi mesi.
Al termine ovazioni entusiaste da parte di un teatro gremito che però non è riuscito a strappare nessun bis.

Davide Cornacchione 5 settembre 2011


 


Il concerto inaugurale della ventesima edizione del Settembre dell’Accademia ha visto sul palcoscenico del Filarmonico l’Orchestra Filarmonica della Scala con alla testa il suo direttore principale (imminente direttore musicale) Daniel Barenboim.
Se per la compagine scaligera la presenza nella rassegna veronese è ormai quasi un’abitudine, per il Maestro argentino si trattava  del debutto in questo teatro.