Recensioni - Cultura e musica

Se devi dire una bugia dilla grossa a Cremona

Divertimento e risate al Teatro Ponchielli  

È meglio la verità o la menzogna? Bisogna sempre essere sinceri, o seguire la regola di “Se devi dire una bugia dilla grossa”? Non c’è una risposta univoca a queste domande e sicuramente non la troveremo in Se devi dire una bugia dilla grossa, una esilarante commedia scritta da Ray Cooney (la prima rappresentazione assoluta è del 1981 in Inghilterra) che giunge in Italia nel 1986. ll nuovo progetto artistico di Gianluca Ramazzotti, Luigi Russo (nuova messa in scena) e di Iaia Fiastri (versione italiana), effettuato in occasione del centenario dalla nascita di Pietro Garinei, che diresse la prima messa in scena italiana, giunge al Teatro Ponchielli di Cremona (stagione di Prosa) per regalare spassose risate.

Il tema della storia è il tradimento: la trama è molto semplice, ma complessa allo stesso tempo: l’intera commedia prende forma dalle vicende dell’onorevole De Mitri e della moglie Natalia; essi diventano protagonisti di una serie di intrighi ed equivoci derivanti dalle loro relazioni extra-coniugali; tutti i personaggi risultano essere coinvolti nelle varie questioni e, al fine di rendere il tutto più comico e “complicato”, vengono raccontate numerosissime bugie, in virtù del motto che, sarcasticamente, viene definito motore della politica: se devi dire una bugia dilla grossa.

L’allestimento (di Marco Pupin che riprende quelle originali di Terry Parsons), ispirato all’originale firmato dalla Ditta Garinei&Giovannini, è caratterizzato da una struttura girevole che porta il pubblico ora nella hall di un grande hotel di Roma costituita dalla reception azzurro chiaro e da un tavolino da bar, ora nelle due suites, una verde ed una arancio, costituite ciascuna da una camera da letto, un’anticamera con tavolino e telefono, e la toilette.

I costumi (di Silvia Morucci) sono molto semplici e contemporanei: vestiti a giacca e pigiami per gli uomini, un classico tailleur bianco anni 80 ed una camicia da notte fucsia per Natalia e abitino, stivali azzurri, blazer nero paillettati, parrucca rossa e occhiali da sole bianchi per Susanna Rolandi (un’impiegata della Fao amante di De Mitri).

L’intero cast, con la propria spontaneità, le proprie battute e il coinvolgimento nell’interpretazione dei personaggi, convince il pubblico.

Antonio Catania esprime la propria comicità con estrema naturalezza nell’interpretare l’onorevole De Mitri. Gianluca Ramazzotti, oltre ad essere il responsabile di questo progetto artistico, interpreta magistralmente Mario Girini, (l’assistente di De Mitri) caratterizzato da una forte goffaggine, ma allo stesso tempo da un’inaspettata arguzia che lo conduce a trovare sempre nuove e divertenti soluzioni agli innumerevoli equivoci.

Paola Quattrini interpreta in modo estremamente naturale una svampita e, allo stesso tempo, comica Natalia; Paola Barale è Susanna Rolandi, donna caratterizzata da una forte sicurezza; Nini Salerno è un direttore d’albergo “ficcanaso” che si propone e si “auto-coinvolge” nelle vite dei propri ospiti. Ottime ed efficaci anche le prove di Cristina Fondi (un’avversaria politica di De Mitri), Marco Cavallaro (un cameriere), Sebastiano Colla (il marito della Rolandi), Sara Adami (la receptionist) e Ilaria Canalini (la donna di servizio).

Il pubblico apprezza l’ironia, la leggerezza e le innumerevoli battute di questa commedia senza tempo che, nonostante non abbia una morale, è in grado di coinvolgere e di raccogliere tutti in una serie infinita di risate.

Beatrice Poli