Ritorna “Il Barbiere di Siviglia” all’Arena nella ormai nota messa in scena di Hugo de Ana che già aveva riscosso meritati e ampi successi nelle passate stagioni.
Sempre di grande impatto la scenografia che rappresenta un giardino settecentesco con rose enormi e stilizzate che si stagliano al di sopra delle alte siepi mobili in mezzo alle quali si svolgono gli intrighi del conte di Almaviva e del barbiere Figaro. L’overture viene opportunamente danzata come si addice per uno spettacolo all’aperto, mentre le coreografie di Leda Lojodice fanno da efficace contrappunto al dipanarsi della storia.
Il numeroso pubblico mostra di gradire lo spettacolo e di appassionarsi alla storia e ai lazzi comici degli interpreti sfatando il mito che in Arena funzionino solo opere grandiose. Pochi personaggi ben delineati, una regia azzeccata e il gioco del teatro si compie anche nel grande anfiteatro veronese.
Efficaci tutti gli interpreti a partire dal bravissimo Dottor Bartolo di Bruno de Simone che con i suoi lazzi ha fatto divertire un pubblico proveniente da ogni nazionalità. Ottima anche la linea di canto di De Simone, precisa e moderna nell’interpretazione. Da lodare anche il Figaro di Dalibor Jenis che ha cantato con voce piena e timbrata strappando ovazioni nella famosa cavatina. Bella voce di basso, sonora e timbrata per il Basilio di Marco Vinco che unisce anche una divertita e ironica interpretazione. Buona interpretazione di Francesco Meli come conte di Almaviva anche se il cantante è sembrato scenicamente meno spigliato rispetto ai colleghi, così come alcune incertezze hanno caratterizzato l’interpretazione di Ingacio Garcia nella parte di Rosina. Ottima la direzione del giovane Andrea Battistoni a capo dell’orchestra dell’Arena di Verona.
Il folto pubblico ha applaudito con calore tutti gli interpreti.
Raffaello Malesci (29/07/11)